Guido Crosetto: ​«L'autonomia viene dopo crisi e presidenzialismo»

Giovedì 8 Settembre 2022 di Paolo Calia
Guido Crosetto
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L'autonomia sì, ma non subito: «Prima c'è da risolvere la crisi economica». Lo scostamento di bilancio proprio no, anche se la Lega è per il sì: «Difficile farlo, sarebbe troppo costoso senza accordo con Bce. Con gli alleati si troverà un accordo». Guido Crosetto, co-fondatore di FdI, imprenditore e da sempre interfaccia di Giorgia Meloni per parlare con le imprese, è in Veneto. Giorni molto intensi, fatti di incontri sul territorio, visita alle aziende e culminati con la cena di ieri sera assieme a circa duecento imprenditori trevigiani. A tutti ha spiegato la ricetta di FdI per difendere imprese e lavoro in un periodo così complesso e in una regione che teme fortemente un rallentamento dell'economia.
Crosetto, partiamo dall'autonomia, tema molto sentito in Veneto. Si fa?
«Il concetto dell'autonomia è che il frutto del lavoro rimanga, per una buona parte, dove viene prodotto per poter avere i servizi all'altezza ed una tassazione equa. Servizi che, bisogna dire, in Veneto sono già di alto livello».
Vero. Ma sarà il primo punto dell'agenda del Governo come chiede la Lega?
«Al primo punto dell'opera del Governo ci deve essere il contrasto alla crisi economica, l'aiuto alle imprese e alle famiglie in un periodo così difficile».
E l'autonomia?
«L'autonomia si, si farà insieme al presidenzialismo. Sarà la Meloni la garante e gli italiani sanno che di Giorgia ci si può fidare. Già nella prima parte della legislatura, ma non subito. Prima c'è da risolvere l'emergenza economica e fin quando ci sarà la crisi economica sarà molto difficile parlare di altro. Ma una volta messo in sicurezza il paese, allora sì che si potrà pensare all'autonomia».
I sondaggi dicono che, in Veneto, potrebbe esserci il sorpasso di Fratelli d'Italia sulla Lega.
«Devo essere sincero: i sorpassi tra partiti non mi appassionano, mi lasciano indifferente. L'unico sorpasso che vorrei vedere è quello dell'economia italiana sulle altre».
Cosa si sente di dire agli imprenditori veneti in un periodo come questo?
«Mi piace di più prima ascoltare, elaborare e trovare delle soluzioni. Poi parlare. E qui in Veneto sono venuto per ascoltare».
Avrà sicuramente raccolto tanti messaggi preoccupati.
«Gli imprenditori con i piedi per terra hanno due problemi: i costi aziendali saliti alle stelle per gli impatti delle bollette, la mancanza delle materie prime e delle filiere che scompaiono».
E il secondo problema?
«Vivono spalla a spalla con i loro dipendenti e sono i primi a rendersi conto che in tanti, solo col loro stipendio, non riescono ad andare più avanti. E un problema enorme per le famiglie, ma anche per le imprese che funzionano solo se tutti sono contenti di ciò che fanno».
E come si aiutano imprese e famiglie?
«È necessario che l'Europa faccia il suo. Noi siamo stati solidali quando sono state decise le sanzioni alla Russia, abbiamo fatto il nostro. Ma, assieme alla Germania, siamo quelli che stanno soffrendo maggiormente le conseguenze. Quindi dico che chi ha fatto le scelte anche per noi, sapendo che noi saremmo stati colpiti più di altri, adesso ci deve dare una mano. Lo deve fare l'Europa. Basterebbe, per iniziare, anche solo poter utilizzare i fondi Ue non spesi nel settennale: parliamo di oltre 20 miliardi di euro».
Il Pd propone di tassare gli extra-profitti.
«Per tassarli bisogna prima trovarli. I profitti extra sono principalmente il frutto di speculazioni finanziarie fatte all'estero. Ma se si trovano in Italia, ben vengano».
C'è chi propone anche lo scostamento dei bilancio.
«La Bce ha cambiato le regole, se lo si fa si rischia di dover piazzare i titoli senza l'ombrello della banca centrale e quindi pagare interessi da strozzini. Sarebbe bello avere i conti per farlo senza dover chiedere a nessuno. ma non li abbiamo. Purtroppo non siamo la Germania».
Come dovrebbero essere i rapporti con la Russia?
«Quando si sceglie un'alleanza, si sceglie una parte e si prende il bello e il brutto. Adesso Russia e Cina sono dall'altra parte rispetto a noi».
Cosa pensa del governatore Zaia?
«Lo conosco da tanti anni, siamo amici. È una persona molto seria, lo stimo molto».
Sarebbe utile in un prossimo governo?
«Certo. Quando era ministro gli avevo anche chiesto di rimanere. Provi a chiederglielo. Ho una concezione molto alta di lui».
Che giudizio dà del Veneto?
«Una regione che conosco bene. È l'esempio della capacità italiana di primeggiare nel mondo, così come Lombardia, Emilia ed altre. In futuro però la scommessa sarà produrre anche ricchezza e reddito mettendo in moto il sud: il modo più facile per aumentare il Pil nazionale».

 

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