Il Covid riprende vigore e a Nordest cresce di più. «Salgono i contagi, ma le nuove varianti sono meno pericolose»

Venerdì 17 Giugno 2022 di Alvise Sperandio
Il primario Sandro Panese
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VENEZIA -  Nell'ultima settimana c'è stato un netto rialzo dei contagi da Covid. Lo certificano i dati della Fondazione Gimbe e dei bollettini quotidiani: in quasi tutta la Penisola e in maniera evidente a Nordest.

Attualmente ci sono 627 positivi ogni 100mila abitanti in Veneto e 1.734 in Friuli Venezia Giulia, con una variazione percentuale rispetto alla rilevazione precedente, una settimana fa, del 42,5% nel primo caso e del 52% nel secondo, mentre la media italiana si attesta sul 32%. Le province con il maggior numero di nuovi casi per 100mila abitanti, sono Venezia (307, variazione del 50,4%) e Verona (245 - 59,3%) in Veneto; Pordenone (258 - addirittura il 104,1%, il valore più alto in assoluto) e Gorizia (180 - 50,6%) per il Friuli Venezia Giulia. I tamponi positivi sono oggi circa il 16% quando appena una settimana fa si era sotto le due cifre. Tutto questo mentre il sottosegretario alla salute Andrea Costa ieri annunciava che «siamo vicini» allo stop dell'isolamento domiciliare per i positivi: «D'altronde l'obiettivo è quello della convivenza con il virus».


Ma il Covid circola ancora. Per quanto riguarda il Veneto, ieri ci sono stati 3.322 nuovi positivi, mentre lunedì scorso erano stati solo 605 e una settimana fa 1.973; in Friuli Venezia Giulia ieri 940. Gli attualmente positivi in Veneto sono 34.321, ma diminuiscono i ricoveri in ospedale. Di o con Covid in Veneto sono morte, da inizio pandemia, 14.746 persone, in Friuli 5.138. In Veneto il totale degli infettati fa 784.112, in Friuli Venezia Giulia 385.654. In Veneto sono 1.735.045 i negativizzati che, attenzione, non significa guariti, dato che molti pazienti pur avendo sconfitto il virus continuano ad avere, anche a lungo, problemi di salute.
«È chiara la tendenza alla risalita dei contagi, come peraltro sta avvenendo in altri Paesi europei», afferma Sandro Panese, direttore delle Malattie infettive di Venezia e Mestre: «L'aumento è da ascriversi alle nuove sotto varianti della Omicron, la Ba4 e Ba5, che si diffondono maggiormente e quindi sono più contagiose, pur essendo meno patogeniche delle precedenti, cioè determinano, quando questa è l'evoluzione, malattie meno gravi. Certamente, poi, incidono la socialità estiva, dopo l'allentamento delle restrizioni e anche il turismo. Il virus circola di più, però poco per volta si sta andando da una situazione pandemica, emergenziale, a una situazione endemica, di convivenza ordinaria».

TIMORI PER L'AUTUNNO
Se con il caldo estivo di questi giorni il virus comunque alza la testa, in autunno la situazione potrebbe essere ancora più impegnativa. Panese spiega i motivi di preoccupazione: «Siamo stanchi, c'è bisogno di tornare all'ordinarietà. Il sistema sanitario è ancora molto sotto pressione. Inoltre c'è sempre la paura che possa presentarsi una variante più patogena perché la circolazione virale è un po' il modo con cui il virus si allena a resistere per sconfiggere la nostra capacità di risposta».
Oggi in Veneto ci sono 248 ricoverati con 31 terapie intensive, in Friuli Venezia Giulia 88 più 3. I posti letto Covid occupati in area medica in Veneto sono il 3%, in rianimazione lo 0,8%; in Friuli Venezia Giulia rispettivamente il 7% (superiore alla media nazionale che è del 6,5%) e l'1,7%. «Ci sono sottolinea Panese molti pazienti Covid per caso, ricoverati per altri motivi e scoperti a sorpresa positivi. Ma i pazienti più gravi restano quelli a rischio in quanto fragili: i malati cronici, gli anziani e, ovviamente, i non vaccinati. Nei nostri ospedali, nell'ultimo periodo, tre ricoverati su quattro sono non vaccinati».


Fondamentale, pertanto, rimane la profilassi. A maggior ragione dopo l'allentamento delle misure di protezione con le mascherine. In Veneto, finora sono state somministrate più di 11 milioni di dosi, ma i nuovi vaccinati sono sempre meno: ieri appena 16 su 1.385 inoculazioni effettuate (oltre 1.300 erano dosi booster). E i no vax restano il 18% della popolazione. «L'esperienza dimostra che il vaccino diminuisce enormemente il rischio di malattia grave e di morte. L'appello non può che essere quello di vaccinarsi, anche alle quarte dosi per i fragili e gli over 80», conclude Panese, rimarcando pure l'importanza delle consuete regole di cautela, soprattutto l'uso della mascherina al chiuso ma anche all'aperto in caso di assembramenti.

 

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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