I cammini del Veneto: la mappa dei percorsi a piedi nella nostra regione

Domenica 12 Gennaio 2020 di Angela Pederiva
I cammini del Veneto: la mappa dei percorsi a piedi nella nostra regione (Foto di jacqueline macou da Pixabay)
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I percorsi del turismo lento in Veneto riconosciuti e tutelati dalla normativa che martedì sarà approvata dal Consiglio regionale Dalla via Claudia Augusta all'itinerario del Marin Sanudo, previsti punti di ristoro, opere di manutenzione e azioni di promozione.

IL PROGETTO
Il modello illustre è el Camino de Santiago, con i suoi 300.000 pellegrini che ogni anno macinano a piedi, in bicicletta o a cavallo almeno gli ultimi 100 degli 800 chilometri complessivi. Ma anche il Veneto ha i suoi cammini: itinerari della fede e dell'arte, della natura e dell'enogastronomia, che ora saranno tutelati per legge. Approvato all'unanimità dalla commissione Cultura del Consiglio regionale, il progetto approderà in aula martedì per il voto definitivo: «L'obiettivo è di riconoscere, valorizzare e promuovere i percorsi già codificati e gli altri ancora in gestazione, nella convinzione che il sostegno al turismo lento possa costituire un'occasione di rilancio dei piccoli borghi e dell'economia locale», sottolinea Roberto Ciambetti, presidente dell'assemblea legislativa e primo firmatario della proposta.
 

Cammini del Veneto - la mappa



I TRACCIATI
Per il momento la Regione ha censito e pubblicizzato sei tracciati, già battuti magari anche da secoli, ma tuttora da scoprire per tanti altri viaggiatori: «La spinta può venire dal desiderio di una ricerca spirituale, dalla voglia di fare scoperte storiche o di immergersi in paesaggi naturali o letterari. In ogni caso quando si viaggia a piedi si apprezza la lentezza e si ha la consapevolezza di lasciare sull'ambiente solo l'impronta dello scarpone».
Ripercorrendo l'antica strada romana che collegava Germania, Austria e Italia, la Via Claudia Augusta si snoda dal Danubio all'Adriatico per 600 chilometri, con una biforcazione al suo approdo a Nordest: all'altezza di Trento, un ramo scende verso il Po fino ad Ostiglia attraversando la valle dell'Adige, mentre l'altro punta al mare giungendo fino ad Altino.

Antica è l'origine anche della Via Romea Germanica, 1.022 chilometri dal Brennero a Roma, che dopo aver solcato l'arco alpino entra in Veneto dalla Valsugana e attraversa la pianura costeggiando la fitta rete di fiumi e canali, un tempo navigabili, che scorrono tra Bassano del Grappa, Padova e Rovigo.
Ripristinando la trama di rotte che nel Medioevo portavano ai luoghi santi, la Romea Strata si articola a livello veneto in cinque cammini: la Romea Annia, 278 chilometri da Concordia Sagittaria a Badia Polesine; la Romea Vicetia, 140 chilometri da Rovereto a Montagnana; la Romea del Santo, 50 chilometri da Bassano a Padova; la Romea Postumia, altri 50 chilometri da Verona a Vicenza; la Romea Porciliana, 55 chilometri da Verona a Montagnana.

Feltre è invece il punto di partenza e di arrivo del Cammino delle Dolomiti, un anello lungo 500 chilometri che si infila nella quiete della montagna bellunese, toccando punti simbolici per la vita di tre Papi: a Canale d'Agordo sorge la casa natale di Albino Luciani, mentre Lorenzago di Cadore è stato amato e frequentato sia da Karol Wojtyla che da Joseph Ratzinger.

Sono 22 le tappe che, nella sua interezza, scandiscono il Cammino di Sant'Antonio: 431 chilometri da Camposampiero o da Venezia fino agli Appennini, ricompiendo a ritroso i passi mossi dal frate per andare a evangelizzare le genti dell'Italia settentrionale. Una versione ridotta, pari ai 24 chilometri che vanno da Camposampiero a Padova, costeggiando il santuario dell'Arcella e approdando alla basilica del Santo, ripropone l'ultimo pellegrinaggio effettuato dal predicatore ormai morente, su un carro trainato dai buoi il 13 giugno 1231.
Tutto vicentino è il Cammino Fogazzaro-Roi, 80 chilometri da Montegalda a Tonezza del Cimone, destinato ad omaggiare i luoghi dello scrittore-senatore Antonio Fogazzaro e del pronipote-diplomatico Giuseppe Roi, fra pievi, borghi e ville venete dichiarate patrimonio Unesco.

Nelle intenzioni del Consiglio regionale, comunque, potranno iscriversi al registro anche altri itinerari. Come il Cammino da San Marco a San Marco, che ogni anno porta il gonfalone dall'omonima piazza di Pai di Sopra, sul Garda, alla celebre basilica di Venezia. Oppure l'itinerario del Marin Sanudo, minuziosamente descritto dal diarista veneziano che nel 400 girò in un lungo e in largo nei territori della Serenissima. E, perché no, la Via di San Martino, un progetto europeo che da Budapest ad Albenga tocca tutte le località venete legate alla figura del vescovo.

LA DISCIPLINA
Al centro della nuova normativa, della quale sarà relatore il consigliere Alberto Villanova, c'è la costituzione della Rete dei cammini veneti, di cui potranno far parte gli itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d'Europa, i percorsi interregionali accreditati dal ministero dei Beni Culturali e i tracciati individuati dalla Regione, che entro sei mesi dall'entrata in vigore istituirà un apposito registro. La disciplina prescrive che enti locali, associazioni e consorzi garantiscano l'accessibilità ai tragitti e curino le relative attività di promozione, informazione, comunicazione e animazione turistica. Fabbricati rurali e immobili non utilizzati da almeno cinque anni, anche di proprietà regionale, potranno essere usati come punti di sosta e di ristoro. Quanto alla dotazione finanziaria, per il 2020 sono previsti 300.000 euro per gli interventi di ricognizione, individuazione, segnalazione, manutenzione, ripristino e collegamento dei cammini, più altri 200.000 per le iniziative mirate alla conoscenza e alla fruibilità da parte dei turisti.
Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 14:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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