Brunetta: «Concorsi e assunzioni nel Sud Italia, non sono certo un nemico del Veneto»

Mercoledì 31 Marzo 2021 di Renato Brunetta*
Renato Brunetta
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Per rispetto dei cittadini veneti, devo un chiarimento. Respingo con decisione, e persino con sdegno, l'accusa di essermi trasformato in una sorta di protettore venduto al Sud, della cui amministrazione avrei premiato le disfunzioni sbloccando solo le assunzioni di città e regioni del Mezzogiorno. 
Che peccato. So bene che nessuno è profeta in patria, ma non accetto di farmi pitturare la faccia con colori di nemico della mia terra e del mio popolo. Le 2.800 assunzioni sbloccate al Sud, non soltanto nei Comuni ma anche in altre amministrazioni, erano state deliberate dal precedente Governo e finanziate nell'ambito del Pon Governance 2014-2020 con i fondi europei della coesione destinati alle Regioni meno sviluppate: Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Con la ministra Mara Carfagna, dunque, abbiamo semplicemente provveduto a dare seguito all'impegno stabilito nella scorsa legge di bilancio, ideando un metodo semplificato e rapido che da oggi, grazie alle misure che saranno contenute nel decreto Covid, potranno applicare le amministrazioni pubbliche di tutta Italia.
Alla luce dello sblocco di queste assunzioni - e della ripartizione approvata all'unanimità dalla Conferenza Unificata e dunque da tutte le Regioni, le Province e i Comuni - il sindaco di Treviso, in qualità di presidente dell'Anci Veneto, dice di pretendere che si parli anche degli altri Comuni che hanno lo stesso problema o che addirittura operano in condizioni peggiori. Una pretesa che mi lascia basito. Lo scorso 8 marzo, incontrando l'Anci, ho detto, e comunicato in una nota pubblica, di aver «ascoltato con attenzione il grido di dolore dei Sindaci e del presidente Antonio Decaro». A tutti i sindaci ho assicurato che siamo in una fase nuova, quella del Recovery e della resilienza, che richiede l'abbandono dell'epoca dei blocchi del turnover, dei tetti riferiti a indicatori anacronistici, delle rigidità contrattuali. Ho anche indicato la strada: «Sbloccare i concorsi e le procedure già avviate, modificare strutturalmente i sistemi di reclutamento nella Pa, prevedere percorsi specifici per selezionare gli specialisti destinati all'attuazione degli investimenti del Pnrr. Semplificare e accelerare. La ricostruzione di questo dopoguerra da pandemia deve partire dal capitale umano pubblico».
È dunque sorprendente che il sindaco di Treviso affermi che i sindaci del Veneto sono stati «ingiustamente penalizzati», a maggior ragione dopo che il suo stesso presidente nazionale aveva benedetto il decollo del bando per il Sud. Ha poco o nessun senso riproporre la contrapposizione Nord-Sud. I dati della Ragioneria Generale dello Stato, raccolti dalla Svimez, ci dicono che le regioni ordinarie del Nord hanno un numero medio di addetti per 1.000 abitanti nel comparto funzioni locali (Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni) pari a 7,3, contro 6,1 del Sud. Tra il 2010 e il 2019 il blocco del turnover ha colpito soprattutto gli enti locali del Mezzogiorno: il calo dell'occupazione è stato del 27% nelle regioni a statuto ordinario e del 18,6% in quelle del Nord. Se guardiamo al settore pubblico allargato, delle partecipate locali, il divario si allarga ancora: la quota di addetti al Sud è tre volte minore rispetto alla media nazionale. Questa misura è solo un tentativo di ridurre un gap, che nell'immediato ha l'effetto di utilizzare meglio i fondi europei, evitando sprechi. E questo è interesse di tutto il Paese.
In questo momento, dunque, si tratta di ampliare lo sguardo senza rincorrere sterili polemiche. Siamo su una barca sola. Lo spirito nazionale, di cui negli ultimi anni anche Matteo Salvini si è fatto gonfaloniere, ci impone di considerare che se c'è una falla a poppa, si va sotto tutti. Non ci sono compartimenti stagni che garantiscano il galleggiamento dell'imbarcazione: il Titanic insegna, e il Covid è un iceberg che si è piazzato sulla rotta dell'intero Paese. Sto sbloccando tutti i concorsi della Pa, sto rinnovando i contratti per tutto il pubblico impiego. Ho sottoscritto con il presidente Draghi e con i sindacati un Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale. Io voglio tenere l'Italia unita nella coesione, nell'efficienza e nella produttività.
Quello che ho fatto partire per la pubblica amministrazione al Sud, a nome di un governo e di una maggioranza di cui mi onoro di far parte con i fratelli leghisti, è l'applicazione di un metodo: semplificare e potenziare partendo da dove erano già state stanziate le risorse perché le carenze rischiano di farci sprofondare tutti. Poi in tempi rapidissimi dirigere ogni sforzo ovunque: in Veneto, senz'altro in Veneto. Sono un veneziano, aggredito nella mia identità e buona fede. Non ricordo le stesse rimostranze tre anni orsono, quando al Governo c'era la Lega insieme al M5S e non si fece nulla sull'autonomia della nostra straordinaria regione. Bisognerà che magari il sindaco di Treviso provi a informarsi con ministri della sua parte politica. Né lui né chi protesta, più o meno in buona fede, riusciranno però a farmi litigare.
*Ministro per la Pubblica amministrazione

Ultimo aggiornamento: 19:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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