PORDENONE - Lieve calo nel numero di nuovi contagi ieri in Friuli Venezia Giulia: i nuovi positivi restano sotto quota mille, ma aumentano ancora i ricoveri sia nelle Terapie intensive che nelle aree mediche. Salgono dunque le cifre - già da oltre tre settimane - oltre la soglia dell’occupazione dei posti letto nei reparti Covid. La settimana che si chiude, rispetto ai dati legati proprio all’incidenza settimanale dei contagi ogni 250 mila abitanti, è decisamente quella peggiore dell’ultimo periodo. In particolare i numeri del territorio provinciale udinese segnano un record drammatico: sono i più alti tra tutte le province italiane. Dato che alza la media regionale e porta l’intero Friuli Venezia Giulia a segnare il record negativo a livello nazionale. Il pronto soccorso dell’ospedale udinese Santa Maria della Misericordia anche ieri ha vissuto una situazione molto pesante, da collasso con molti pazienti per i quali le attese si allungano anche a causa dei necessari test anti-Covid pre-ricovero.
DATI SETTIMANALI
Rispetto all’incidenza dei casi settimanali la regione Fvg, negli ultimi sette giorni, registra 463 casi su centomila abitanti, quasi il doppio della media dell’Italia che è di 263, mentre la soglia è di 250.
I DECESSI
I decessi complessivamente ammontano a 3.111, con la seguente suddivisione territoriale: 681 a Trieste, 1.598 a Udine, 620 a Pordenone e 212 a Gorizia. I totalmente guariti sono 68.975, i clinicamente guariti 2.807, mentre le persone in isolamento oggi risultano essere 15.540. Sul fronte del sistema sanitario regionale da registrare nell’Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale le positività di due infermieri e un operatore socio sanitario; nell’Azienda sanitaria Giuliano Isontina di due infermieri, un medico e un operatore socio sanitario. Rispetto al tema dei vaccini ieri è intervenuto il senatore di Fi Franco Dal Mas: «La salute è un diritto, ma anche un dovere. È l’ora di farla finita con il totem dell’articolo 32 della Costituzione. L’obbligatorietà del vaccino contro il Covid non dovrebbe essere argomento di discussione, ma una misura già varata. A partire proprio dai medici e dagli operatori sanitari, perchè vale la pena ricordare che a ogni lavoratore spetta l’onere di occuparsi della propria sicurezza e di quella degli altri soggetti».