Sanità, l'appello di 43 associazioni ai sindaci: «Coinvolgeteci nel processo decisionale. Qui non funziona nulla»

Sabato 20 Maggio 2023 di Loris Del Frate
Sanità, l'appello di 43 associazioni ai sindaci: «Coinvolgeteci nel processo decisionale. Qui non funziona nulla»

PORDENONE - Un movimento di popolo. Anzi, del popolo più attivo, quello che ogni giorno, senza neppure prendere una lira, si rimbocca le maniche e va a coprire i buchi del servizio pubblico. In particolare sul fronte della sanità che è quello più debole e quello in cui le persone, purtroppo, si identificano di più. E così ieri, per la prima volta nella storia pordenonese, i rappresentanti di 43 associazioni di volontariato socio sanitario e assistenziale della provincia di Pordenone, hanno risposto all'appello di Luciano Bortolus del Comitato Amici di Abele Casetta. Sala dell'ex tipografia Savio gremita, e in tutti una gran voglia di rivalsa. Già, perchè sono proprio loro, i volontari del terzo settore, le sentinelle sul territorio che si sono accorte che la sanità in provincia di Pordenone è in picchiata. Tempi di attesa lunghissimi, servizi sul territorio sempre più carenti, medici che se ne vanno, infermieri che mancano, strutture che una volta erano eccellenza ridotte a dover fare i conti con budget sempre più ristretti e con il rischio di chiusura.

Insomma, una striscia negativa che ha messo in moto anche i rappresentanti delle associazioni che - è bene dirlo - non guardano in faccia Destra o Sinistra, ma la qualità del servizio.


LA LETTERA
In quest'ottica Luciano Bortolus, anima del Comitato Abele Casetta le ha riunite quasi tutte. Un monito per la politica che potrebbe restare sorpresa da questa reazione visto che ieri gli animi erano caldi e la voglia di trovare soluzioni potrebbe pure arrivare sino alle prossime urne. Anche se sono ancora lontane. Tutte le associazioni hanno sottoscritto una lettera che sarà inviata ai sindaci e ai consiglieri regionali. Cosa vogliono? Contare di più. Essere parte di un processo decisionale che riguarda i malati che loro rappresentano e che a loro si rivolgono visto che le cose non funzionano. Ma non è tutto. Già, perchè se da un lato c'è la necessità di dare voce alle esigenze di chi soffre per una malattia e si sente abbandonato, dall'altra c'è pure la voglia di trovare soluzioni. A disposizione, quindi. Non rabbia o rivalsa, ma una offerta di collaborazione con le Istituzioni. Guai, però, a prenderli in giro, perchè allora sì che la reazione potrebbe essere decisamente imprevedibile.


I SINDACI
È evidente che sono i sindaci i primi interlocutori. Ed è per questo che hanno chiesto a loro di convocare una Conferenza con tutti presenti per discutere su cosa serve a questa provincia, come migliorare l'offerta sanitaria e come riorganizzare i servizi. Invitati, ovviamente, anche i consiglieri regionali, ma graditi sarebbero pure gli amministratori a livello regionale tra cui, in prima fila, l'assessore alla sanità, Riccardo Riccardi e il vertice dell'Asfo. Nella lettera non sono specificati i tempi della convocazione, ma è evidente che - a fronte dei grossi problemi e dei tanti travagli della sanità - le associazioni si aspettano una convocazione veloce. Quindici, venti giorni di attesa al massimo, poi l'incontro dovrebbe essere organizzato. Ci sarà? Difficile dirlo, una cosa, però è certa: i rappresentanti delle associazioni di volontariato socio sanitario sembravano determinati ad organizzare, nel caso in cui la Conferenza dei sindaci non venisse allestita, anche altri tipi di proteste, magari sensibilizzando volontari e malati che magari aspettano da mesi un appuntamento.


IL QUADRO
Il quadro della sanità provinciale che emerge dalla lettera delle associazioni è senza dubbio desolante, ma è lo specchio reale di quello che effettivamente c'è: fuga del personale, demotivazione, tempi di attesa biblici, pronto soccorso sguarnito, servizi territoriali impalpabili, assenza delle guardie mediche e dei medici di base. In più c'è la questione del Cro, ancora tutta aperta. Mai il livello della sanità è stato così basso come in questo momento. Lo dicono le 43 associazioni.

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