Violenze e telecamera in casa, 9 anni al marito padrone che le aveva reso la vita un inferno

Sabato 20 Giugno 2020
Violenze e telecamera in casa, 9 anni al marito padrone che le aveva reso la vita un inferno

PORDENONE - Nove anni di reclusione al marito-padrone che le aveva reso la vita un inferno. Un 55enne della provincia di Pordenone, ex guardia giurata, ieri è stato condannato dal Tribunale di Pordenone per aver sottoposto per anni la moglie a maltrattamenti in famiglia e violenze sessuali. Alla parte civile, costituita con l'avvocato Enrico Cleopazzo, il collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola (a latere Iuri De Biasi e Milena Granata) ha riconosciuto un risarcimento di 50mila euro.
LA TESTIMONIANZA
Il sostituto procuratore Federico Facchin aveva chiesto la condanna a 2 anni ritenendo provate le angherie subite dalla vittima, ma sollevando, come spesso accade in questi casi, perplessità sulle violenze sessuali avvenute in un contesto coniugale. Un dubbio che i giudici hanno fugato chiamando a testimoniare, prima di chiudere l'istruttoria, l'ex moglie dell'imputato. La donna ha confermato di aver subito gli atteggiamenti e i comportamenti violenti denunciati dalla vittima, anche se essendo economicamente indipendente non era in una condizione di sottomissione. La sua testimonianza ha dato forza alle accuse.
STUPIDA SCIMMIA
I due si erano conosciuti nel 2000. Otto anni dopo si erano sposati. Al processo è emerso che la donna ha sempre subito vessazioni e prevaricazioni. Lui le diceva che era una «stupida scimmia», che le avrebbe spaccato faccia e denti e che «a casa mia comando io». La prendeva a schiaffi, calci e pugni anche in presenza del figlio minore. Ne limitava le relazioni sociali, la opprimeva e non le permetteva di aver autonomia dal punto di vista economico.
LA TELECAMERA
In aula sono state ripercorse scene di un matrimonio estremamente sofferto, come quella in cui, dopo aver tolto il caricatore, le puntò la pistola addosso premendo il grilletto per dimostrarle che non sarebbe successo niente. O quando installò una telecamera in salotto per controllare quello che accadeva in casa da remoto. Nel 2017, dopo anni di sopportazione, la vittima si è rivolta a Voce donna e ha denunciato ciò che aveva sofferto.
LA DIFESA
Difeso dall'avvocato Marco Miazzi, l'ex guardia giurata ha ridimensionato le accuse.

Ha negato prevaricazioni e violenze. Anche il figlio, oggi maggiorenne, ha testimoniato a suo favore (in fase di indagine aveva appoggiato la madre). La telecamera per spiare la moglie? Ha spiegato che voleva vendere l'apparecchiatura e prima di farlo aveva deciso di provarla. Era rimasta in funzione diverso tempo e ogni tanto, durante i turni di notte, si collegava per vedere se casa era tutto a posto.

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