Incubo quarantena e risposte che non arrivano: la Regione promette più aiuti a chi è isolato

Mercoledì 16 Dicembre 2020 di Redazione
Il vicepresidente del Fvg, Riccardo Riccardi

TRIESTE - Dare risposte alle persone in isolamento che spesso hanno necessità di essere accompagnate lungo il periodo della quarantena, nel quale si trovano necessariamente isolate, ma non per questo devono sentirsi sole.

E' uno degli obiettivi della sperimentazione, che partirà a breve, e sarà attivata dalla Regione per supportare il dipartimento di prevenzione nella sorveglianza degli isolati. Una misura che mette insieme la risposta sanitaria con il sistema collaudato dei sindaci e della protezione civile per rendere la comunicazione più immediata e migliorare la gestione dei flussi informativi. Ad informare sull'impianto del progetto è stato il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che ha raccolto le istanze del territorio in relazione ai disagi che incontrano i cittadini in isolamento. L'informazione è giunta nella tarda serata di ieri durante la videoconferenza con i 28 sindaci dei Comuni dell'Ambito della Carnia che l'esponente della Giunta Fedriga ha voluto incontrare, assieme ai vertici dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc), per fare il punto sui dati pandemici rilevati nei territori montani. "Gli indici mostrano un contagio e una mortalità importanti nelle terre Alte e richiedono la nostra massima attenzione - ha riferito -. Da qui la necessità di condividere il lavoro che stiamo facendo per governare insieme le piccole e numerose comunità montane".

"L'impianto del progetto sperimentale - ha spiegato Riccardi - coinvolge il Comune tramite i Centri operativi comunali (Coc) che hanno nel sindaco il massimo punto di riferimento e che, attraverso operatori opportunamente formati, potranno contattare le persone in quarantena dando risposte ai problemi avvertiti dagli isolati: dal tampone di conferma al certificato di fine quarantena che tarda ad arrivare alle difficoltà legate ai luoghi dove effettuare il tampone o alle tempistiche per rifarlo la seconda volta". Uno degli obiettivi, come fa sapere Riccardi, è di portare il progetto sui territori privilegiando le comunità più contenute dove da sempre il sindaco è punto di riferimento del cittadino, quali ad esempio l'ambito della Carnia "che vive un momento critico con oggettive condizioni di contagio elevato". I sindaci potranno avere un ruolo rilevante nel fare da tramite fra cittadini e dipartimento di prevenzione "raccogliendo le necessità dei primi per sottoporle alla struttura sanitaria, agevolando il flusso di comunicazione e l'attività del dipartimento" ha rimarcato Riccardi.

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