Il prefetto di Pordenone sceglie la linea dura: tamponi a tutti i migranti in arrivo

Sabato 1 Agosto 2020 di Redazione
Il prefetto di Pordenone, Maria Rosaria Maiorino
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PORDENONE - Non solo la quarantena di 14 giorni, ma anche il tampone diagnostico all’arrivo. Una decisione forte, presa in un territorio - quello di Pordenone - stretto tra due casi-simbolo: il maxi-focolaio tra i migranti di Treviso e la zona rossa dell’ex Cavarzerani a Udine. A firmare la scelta è stato il prefetto Maria Rosaria Maiorino: tutti i richiedenti asilo che saranno rintracciati sul suolo pordenonese oppure che saranno inviati dalle altre Prefetture per alleggerire il carico sulle strutture di accoglienza sovraffollate, dovranno passare il test sanitario. Saranno immediatamente sottoposti al tampone per rilevare l’eventuale presenza del Covid-19 ma non per questo potranno evitare l’isolamento di 14 giorni. Il nuovo sistema, infatti, prevede una sicurezza a doppia mandata, che si basa sia sul test che sulla quarantena. 
SICUREZZA
Sino ad oggi, la provincia di Pordenone non è stata toccata da casi di contagi riferiti ai cittadini richiedenti asilo. Ma ora la pressione sulle strutture per l’accoglienza che si trovano in provincia di Udine è aumentata, ed è già avvenuto il primo trasferimento di migranti nel Friuli Occidentale. Dodici persone, per la precisione, che sono immediatamente state sottoposte al test diagnostico. Tutti i tamponi effettuati seguendo il protocollo richiesto dalla Prefettura di Pordenone hanno dato esito negativo. Ma nonostante ciò i migranti sono stati trasferiti in una struttura individuata per la quarantena. La Prefettura ha preferito non indicare l’ubicazione dello stabile, per non allarmare la popolazione a proposito di una situazione che al momento è ampiamente sotto controllo. Si tratta in ogni caso di una struttura già dedicata all’accoglienza dei migranti in provincia di Pordenone e parte del cosiddetto sistema diffuso. I dodici richiedenti asilo testati dovranno rispettare la quarantena di 14 giorni anche se negativi al primo tampone. Successivamente, al termine del periodo di isolamento, saranno nuovamente testati e nel caso di una confermata negatività saranno regolarmente inseriti nel circuito dell’accoglienza in provincia. Prima di quella data, però, la sorveglianza sarà intensificata. Non come all’ex Cavarzerani di Udine, dove è stata istituita ormai da più di una settimana la zona rossa, ma in ogni caso alle forze di polizia è stato chiesto un maggior presidio del luogo scelto dalla Prefettura di Pordenone per l’isolamento dei migranti inviati dalla provincia di Udine. Sono stati sottoposti al test anche i richiedenti asilo bengalesi rintracciati alcuni giorni fa vicino a Morsano al Tagliamento. Anche in quel caso i test hanno dato tutti esito negativo. Il nuovo sistema varato dalla Prefettura ha l’obiettivo di rintracciare con la massima tempestività eventuali casi positivi tra i richiedenti asilo e di mantenere la provincia di Pordenone al sicuro almeno da quel punto di vista. 
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