Disoccupato, 42 anni: la madre
costretta dal giudice a mantenerlo

Martedì 17 Marzo 2015 di Cristina Antonutti
Disoccupato, 42 anni: la madre costretta dal giudice a mantenerlo
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PORDENONE - Lui ha 42 anni, vive in Val Colvera, non lavora ed è in attesa di sottoporsi a un intervento chirurgico-vascolare. Chi deve provvedere alle sue necessità primarie? Il giudice ha deciso che deve essere la madre, una donna di 63 anni che per 40 ha lavorato nel settore spedizioni dell’Electrolux. La donna è in pensione dal 2010, ha una buona situazione economica ed è stata obbligata con un’ordinanza provvisoriamente esecutiva emessa a febbraio, con procedura d’urgenza, a pagare gli alimenti. Deve versare ogni mese al figlio un assegno alimentare di 300 euro, a cui si aggiungono arretrati quantificati in 4 mila euro.

«Essendo senza lavoro e con problemi di salute - spiega il legale del figlio, l’avvocato Marco Sparti - lui non è in grado di sostenersi. Agli atti c’è anche un certificato medico. Non è uno sfaccendato, non è un bamboccione, la sua situazione è critica, non ha i soldi per mangiare e riceveva i pacchi della Caritas».



Ieri la madre ha firmato il primo assegno. Dovrà versarne almeno altri cinque, fino a luglio, quando il Tribunale, stavolta in composizione collegiale, si riunirà per valutare il reclamo presentato dall’avvocato Aurelia Barna per annullare l’ordinanza. La madre è molto arrabbiata. I rapporti con il figlio da tempo sono difficili, non mancano i dispetti, «come quando mi ha messo lo zucchero nel serbatoio della macchina». Si chiede fino a quando dovrà mantenerlo.



«Mio figlio - racconta - conosce tre lingue e lavorava nel settore alberghiero. Quando è rimasto disoccupato gli ho dato dei soldi. Poi ha lavorato con una cooperativa, ha ottenuto una borsa lavoro, ma ogni volta mollava tutto. Vive nella casa che ho ereditato da mia madre, io pago l’Imu».



La donna si assenta per molti mesi all’anno, perchè raggiunge il suo compagno in Francia. «Lo scorso anno - continua - a marzo, aprile e maggio ho fatto avere 200 euro al mese al supermercato perchè potesse far la spese, non di più, perchè volevo spronarlo a trovare un lavoro. A giugno ho smesso di pagare e a luglio ho ricevuto la notifica del Tribunale che mi comunicava l’avvio dell’azione legale da parte di mio figlio».



Il figlio si è rivolto a un avvocato (ha ottenuto il patrocinio a spese dello Stato altrimenti non è in grado di far fronte alla parcella), ha dimostratro al giudice di essere inabile al lavoro e chiesto gli alimenti. «Ho perso una battaglia - afferma la madre - non è detto che perda la guerra. Sono esasperata, fino a quando dovrò mantenere mio figlio? Io ho sgobbato 40 anni per aver la pensione».

Ultimo aggiornamento: 13:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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