PORDENONE - L’occasione è di quelle grosse, da non perdere.
I DETTAGLI
Il bando scade il 22 luglio di quest’anno, quindi bisogna sbrigarsi. Riguarda nel dettaglio la digitalizzazione di una buona parte della documentazione comunale. E per il cittadino sarebbe una vera svolta, in parte già avvenuta a livello nazionale (ma anche regionale) con la “famosa” app “Io” e con il sistema di gestione della propria cartella clinica chiamato “Sesamo”. Ma nel dettaglio, cosa si potrebbe fare in Comune da remoto se Pordenone vincesse i soldi del Pnrr? Moltissime operazioni che adesso richiedono l’invio di e-mail, la presenza negli uffici, le code fastidiose allo sportello e ovviamente le attese per gli appuntamenti. La digitalizzazione permetterebbe agli utenti con più dimestichezza di dire addio a tutto questo. Ad esempio si potrebbe gestire da remoto (anche da un cellulare) le pratiche per la carta d’identità o il cambio di residenza. E ancora chiedere e ottenere un pass temporaneo per il transito nella zona a traffico limitato del capoluogo. Il tutto senza muoversi da casa e senza entrare in Municipio. Lo stesso varrebbe ad esempio per una pratica edilizia che oggi richiede naturalmente la presenza dell’interessato negli uffici comunali.
L’OPERAZIONE
I bandi del Pnrr non sono semplici da interpretare e inoltre sono multipli, cioè contengono diverse sezioni da intercettare e comprendere. Ma il Comune parteciperà per mettere il turbo sul fronte della digitalizzazione. «La partecipazione a questo tipo di bando - ha spiegato l’assessore Cristina Amirante - consentirebbe ai cittadini di presentare moltissime richieste al Comune senza doversi spostare, utilizzando solamente il suo telefono cellulare. Ma non c’è solo questo, all’interno del “concorso” per ottenere i fondi europei per la digitalizzazione della pubblica amministrazione. Una seconda sezione del bando - spiega sempre l’assessore Amirante - è dedicata infatti alla creazione di una struttura informatica che permetterebbe ai sistemi di sorveglianza sparsi per la città di dialogare in tempo reale con un “cervello” centrale nelle stanze della polizia locale». Il sistema funzionerebbe più o meno così: la rete di sensori che governano ad esempio i varchi della zona a traffico limitato sarebbe immediatamente connessa al sistema di gestione centrale. In questo modo l’operatore “umano” sarebbe in grado di riconoscere in tempo praticamente reale un’infrazione del codice della strada oppure un accesso se