«Un solo punto nascite per aumentare la qualità del servizio». Ma San Vito vuole resistere

Venerdì 3 Marzo 2023 di M.A.
Dall'AsFo: «Un solo punto nascite per aumentare qualità del servizio». Ma San Vito vuole resistere

PORDENONE - C’è una “corrente” interna all’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale che spinge per una svolta: un solo punto nascita sul territorio, per centralizzare i servizi ma soprattutto per garantire ai professionisti - sempre più difficili da rintracciare - di lavorare in un ambiente stimolante e altamente specializzato.

E non si tratta di una corrente minoritaria, dal momento che fa capo ai massimi vertici dei reparti che si dedicano alla cura dei più piccoli. Sullo sfondo del ragionamento c’è la realizzazione del nuovo ospedale, ma anche la convenzione con il reparto nascite del Policlinico. E ovviamente la partita importantissima di San Vito, con il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi che con il presidente Fedriga ha ribadito la ferma volontà di mantenere attivo il punto nascita sanvitese a tutti i costi. 


LA SPINTA
Non si fanno apertamente “nomi e cognomi”, perché nessuno ce l’ha con San Vito e con la sua capacità - in calo - di attirare future mamme per i parti in ospedale. Ma la direzione in cui si vorrebbe andare - almeno a detta dei massimi esperti provinciali in materia - è una: sul territorio non ci dovranno essere troppi punti nascita. La linea sarebbe quella di evitare la frammentazione. «Troppi Pronti soccorso piccoli e poco utilizzati, troppi punti nascita con una natalità in forte calo e senza possibilità di reale ripresa. Solo con l’accorpamento dei punti nascita potremmo risolvere molti problemi legati alla carenza di pediatri e ginecologi evitando anche il ricorso a gettonisti che costano molto di più dei medici strutturati. Problemi che i nostri politici conoscono bene ma che fanno fatica ad affrontare per i molti e a volte comprensibili interessi che ruotano attorno a questi processi». Parole ripetute al Gazzettino dal primario pordenonese Dall’Amico. «Le fughe dal sistema si contengono anche così. Dando ai medici la possibilità di lavorare in squadre numericamente adeguate, con casistiche impegnative - era la riflessione -. Dove ci sia la possibilità di crescita. La retribuzione passa sempre in secondo piano. Nessuno fa questo lavoro per i soldi». In questo quadro, la situazione del Dipartimento materno-infantile del Friuli Occidentale pare essere un’isola felice. «Siamo stati fortunati perché l’organico è praticamente al completo. Lo si deve alla capacità dei professionisti di fare squadra e di adattarsi alle situazioni. Tutti ruotano sia su Pordenone sia su San Vito e questo garantisce una qualità alta».


IL QUADRO
Alla fine, però, bisogna sempre dare un’occhiata ai numeri: il punto nascita dell’ospedale di San Vito al Tagliamento ha comunque tagliato il traguardo annuale dei 500 parti effettuati nella struttura. Un argomento in più a favore di chi come Fedriga e Riccardi (ma in questo caso l’esultanza arriva anche dalle istituzioni sanvitesi, con in testa il sindaco Alberto Bernava) lotta ancora al fine di mantenere vivo e vegeto il polo decentrato incaricato anche di fare concorrenza al Veneto Orientale e nello specifico al Portogruarese. Nello scacchiere ci finisce poi anche il Policlinico San Giorgio di Pordenone. Da San Vito continuano a chiedere lo stop alla convenzione con l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale che consente il dirottamento dei parti nella struttura privata. Dalla sede della casa di cura, invece, ribattono con i numeri delle nascite, anche nel 2022 superiori a quelli fatti registrare a San Vito. 

Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 12:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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