Nonno accusato di abusi sessuali sulla nipotina e l'amica mentre fanno i compiti, il pm chiede oltre 10 anni

Sabato 1 Maggio 2021
Nonno accusato di abusi sessuali
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PORDENONE - Il pm Andrea Del Missier ha chiesto una condanna a 10 anni e 6 mesi di reclusione per il nonno accusato di aver abusato delle nipoti, minacciandole di ritorsioni nel caso avessero raccontato qualcosa ai genitori. La richiesta è stata formulata ieri al collegio presieduto dal giudice Eugenio Pergola (a latere Iuri De Biasi e Milena Granata), al termine di un'istruttoria dibattimentale molto sofferta e carica di tensioni. La parte civile, rappresentata dall'avvocato Alessandra Marchi, ha concluso per la condanna e il risarcimento di 200mila euro per ciascuna delle due giovani vittime. Alla fine della lunga arringa dell'avvocato Antonio Malattia, il collegio ha aggiornato l'udienza alla prossima settimana per le repliche e la sentenza.
La Procura contesta la violenza sessuale aggravata dalla minore età e dal grado di parentela. Gli abusi risalgono a diversi anni fa, quando le adolescenti frequentavano la casa dei nonni e si fermavano a fare i compiti nel pomeriggio. Era stata una delle ragazze a uscire allo scoperto e a confidare al parroco che cosa succedeva quando il nonno si avvicinava per aiutarla a fare i compiti. Il suo racconto è stato confermato dalla cugina, la quale ha affermato che a sua volta aveva dovuto subire le attenzioni nel nonno. Il caso era emerso grazie all'associazione Voce donna, dopodiché Squadra Mobile e poliziotti della pg della Procura hanno ricostruito episodi datati nel tempo (risalgono anche a 10 anni fa) ai danni di ragazzine indifese e incapaci di opporsi perchè soggiogate e terrorizzate da minacce di ritorsioni.
Se per il pubblico ministero Del Missier le due vittime sono attendibili, la difesa in quasi tre ore di discussione ha tentato di smontare la ricostruzione dell'accusa e di minare la credibilità delle testimonianze, a cominciare da quella delle due nipoti, fino a ipotizzare una sorta di vendetta familiare. «Le dichiarazioni delle ragazze - nell'ottica della difesa - sono l'unica prova della violenza». Malattia per dimostrarlo ha analizzato a fondo le loro deposizioni, punto su punto, segnalando ai giudici quelle che a suo avviso vanno inquadrate come contraddizioni, incongruenze e perfino bugie. L'obiettivo della difesa è dimostrare che la verità processuale ha qualche crepa e che l'imputato, a suo tempo sottoposto anche a misura cautelare, va assolto.
 

Ultimo aggiornamento: 23:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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