Negozi di abbigliamento "blindati", ecco il piano di Federmoda

Giovedì 7 Maggio 2020 di Redazione
foto di repertorio
PORDENONE - «Se ci dicessero di riaprire i negozi domani, noi risponderemmo che siamo pronti. Ovviamente rispettando tutte le norme di sicurezza, che per quanto ci riguarda siamo in grado di osservare». Mentre parla, la presidente del gruppo provinciale di Federmoda-Ascom, Antonella Popolizio, ha in mano un documento. È il protocollo d’intesa sulla sicurezza che riguarda nello specifico il settore della moda, quindi i negozi di abbigliamento che guardano al 18 maggio (ma in Fvg sperano in sette giorni d’anticipo) per riprendere a lavorare. Tanti articoli, una direzione: schivare le trappole che sicuramente il virus tenterà di tendere e smentire chi ancora oggi si mostra scettico di fronte alla capacità di clienti e negozianti di mettere in piedi un sistema anti-contagio a prova di fabbrica, dove già si lavora distanziati e controllati.
IL DOCUMENTO
Elaborato da Federmoda su consiglio della sezione nazionale dell’associazione, è stato presentato alla Regione. È diverso da quello più generale scritto giorni fa dalla Confcommercio, perché le singole regole devono essere modellate sulla realtà dei negozi d’abbigliamento. Si parte ad esempio dagli ingressi contingentati: resta, come nel documento di Confcommercio, il limite di un solo cliente alla volta nei negozi con meno di 40 metri quadri di superficie calpestabile; ne è stato invece introdotto un altro per le metrature superiori. Ogni 40 metri quadri in più, infatti, concederanno la possibilità di far entrare altri cinque clienti contemporaneamente. Considerati gli articoli in vendita, sarà necessario garantire la pulizia degli ambienti: «Il documento - spiega Antonella Popolizio - prevede l’obbligo di sanificare il negozio due volte al giorno. Non si dovranno invece irrorare di aerosol disinfettanti i vestiti dopo l’entrata di un cliente. Si è preferito puntare sull’igiene personale di ognuno, da garantire con le soluzioni igienizzanti che ogni negozio dovrà avere a disposizione».
CODE E PROTEZIONI
Gli ingressi limitati e l’assenza di una regola sul tempo massimo da poter spendere in un negozio creerà quasi certamente un altro problema: fuori dalle attività commerciali, ci sarà la coda. E il documento di Federmoda consegna ai titolari dei negozi la responsabilità di controllare che all’esterno delle attività non si creino assembramenti. Le file dovranno essere ordinate e i commessi si divideranno tra il lavoro all’interno del negozio e quello all’esterno. Una volta superata la fila e ottenuto il diritto ad entrare in uno degli esercizi commerciali che riapriranno, scatteranno due semplici regole: la mascherina e i guanti saranno obbligatori. Perché le scarpe e i vestiti si potranno ancora toccare, ma dovrà essere evitato il contatto con la pelle.
L’AIUTO
Sempre Federmoda sta facendo svolgere a commessi e commesse dei corsi di psicologia che hanno il compito di istruire gli addetti sul nuovo approccio con il quale ricevere la clientela. Tutti i negozianti, infatti, indosseranno la mascherina, che nasconderà il classico sorriso di benvenuto. Bisognerà imparare a comunicare anche con gli occhi. Un altro dettaglio, l’ennesimo, messo a punto per non restare al palo nella fase due e mezzo.
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