Dopo la pandemia una nuova impennata: in Friuli si torna a morire sul posto di lavoro

Lunedì 10 Ottobre 2022 di Sara Carnelos
Il convegno dell'Anmil

Tre morti al giorno, ogni 57 secondi un infortunio, un’ecatombe, uno stillicidio che va fermato perché silente, non fa rumore se non quando accade, poi il vuoto, il silenzio.

La 72esima Giornata nazionale per le vittime e gli infortuni sul lavoro si celebra in tutta Italia, ma per la prima volta l’evento principale su scala nazionale si è tenuto in Friuli Venezia Giulia, all’interno dell’azienda Claber e l’impegno di Anmil con il Comune di Fiume Veneto. 


L’IMPENNATA


«Mai avremmo pensato di contare così tanti infortuni, un incremento del 20% e un +10% di incidenti mortali in Italia, nei primi otto mesi di quest’anno le denunce sono aumentate del 39%. Non si può aspettare, perché ogni minuto perso è una vita umana a rischio». Queste le parole a caldo del presidente nazionale Anmil, Zoello Forni che dalla Claber ha lanciato lanciato un appello al Governo che si sta per insediare: primo obiettivo, la sicurezza sul lavoro”. Amedeo Bozzer, presidente provinciale e membro dell’esecutivo ANMIL lancia l’Agenda della sicurezza, traslando il concetto dell’Agenda 2030, ponendosi l’obiettivo: “Incidenti zero”. I dati dopo la pandemia sono impietosi. A livello nazionale, a partire dal 2011 e fino al 2019, si è riscontrata una sostanziale stazionarietà nell’andamento delle denunce di infortunio intorno ai 645mila casi all’anno. Ma nel 2020 la pandemia da Covid, con i vari blocchi e rallentamenti delle attività, ha comportato una drastica riduzione sia degli occupati e del monte ore lavorate che, di conseguenza, degli infortuni sul lavoro che sono diminuiti di oltre 70mila casi, attestandosi su circa 572mila per scendere ulteriormente a circa 564mila nel 2021.


LA PANDEMIA


«Va detto, peraltro, che l’effetto della pandemia sugli infortuni lavorativi sarebbe stato ancora più consistente se non fosse stato compensato dall’ingresso degli incidenti da Covid». Nel biennio 2020-2021 sono stati denunciati dall’Inail con elaborazione dei dati da parte dell’Anmil, quasi 200 mila infortuni da Covid. Pressoché analoga la situazione verificatasi negli stessi anni nella regione Friuli Venezia Giulia. 


IL BILANCIO


Il bilancio infortunistico dell’intero quinquennio 2017-2021 segna un –12,8% per il Paese e un -5,5% per la regione. Nell’anno in corso il forte allentamento della morsa del Covid e la ripresa in atto dell’economia e dell’occupazione hanno dato vita ad una forte ripresa degli infortuni sul lavoro che, nel periodo gennaio-agosto 2022 rispetto allo stesso periodo 2021, sono cresciuti del 38,7% in Italia e del 13,8% in regione. Il tempo della conta delle vittime deve finire, va messo in campo ogni sforzo per invertire la tendenza. «La Regione Friuli Venezia Giulia – ha riferito il presidente Massimiliano Fedriga – intende aprire un tavolo con l’Anmil guardando in modo pragmatico tutte le variabili di incidenti, anche quelli in itinere. Il sistema delle Regioni è a disposizione e chiedo di essere pronti a lavorare assieme senza retorica».


L’INAIL


Bruno Giordano, direttore generale dell’Ispettorato nazionale lavoro e magistrato cassazionista, guarda al domani. «Abbiamo dieci organi di vigilanza – ha sostenuto – e questo pone il problema del coordinamento. Con il decreto legge del 2022 è stato istituito il portale del lavoro sommerso, una banca dati che ci permetterà di studiare e analizzare, è importante accelerare i processi, perché non si arrivi alla vergogna della prescrizione e si giunga ad indagini celeri con operatori specializzati. Auspico che il primo atto del prossimo Parlamento sia la concretizzazione della Procura nazionale del lavoro».


LAVORO SOMMERSO


Tante le questioni aperte, da una parte il lavoro sommerso, si stima che il 46,2% dei lavori domestici sia a nero e il 90% riguardi le piccole e medie imprese, molte non sindacalizzate, perciò, gli incidenti sul lavoro sono molti di più di quelli che vengono denunciati. I danni sono sociali, morali, relazionali e mortali. «Abbiamo realizzato l’alta scuola per la formazione della sicurezza in fabbrica mettendo insieme azienda sanitaria, Inail, imprese e lavorando sulle singole casistiche - ha fatto notare Michelangelo Agrusti, presidente di Confindustria Alto Adriatico. Walter Rizzetto della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati è andato oltre. “La prossima legislatura – ha esordito – dovrà mettere al primo posto il rilancio dell’occupazione in condizioni sicure, a partire da questa settimana, decapitando la piaga del caporalato”. Rizzetto si è dimostrato contrariato al click day che porta risorse solo alle prime seimila aziende che si prenotano, ma il 40% dei finanziamenti non viene redistribuito. «Affidarsi alla fortuna – ha rincarato il sindaco di Fiume Veneto, Jessica Canton – non è strategico, solo con il lavoro di squadra si può vincere questa battaglia”. Intanto scalda i motori il Comune di Pordenone con il sindaco Alessandro Ciriani che ha accettato di festeggiare l’ottantesimo compleanno dell’Anmil, l’anno prossimo in città. 

Ultimo aggiornamento: 14:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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