Federico Frangiamore, il maestro di golf dei supermanager di New York

Domenica 30 Gennaio 2022 di Valentina Silvestrini
Federico Frangiamore, il maestro di golf dei supermanager di New York

PORDENONE - L'entusiasmo e lo stile sono quelli che ha respirato in bottega fin da piccolo, a dimostrazione che quella di vendere, è un'arte da applicare sia che si tratti di orologi e gioielli, sia che si tratti delle dieci mazze nella sacca da golf. Federico Frangiamore, 35enne pordenonese doc, è il maestro di swing che sta conquistando il cuore di Manhattan e che piano piano punta a Florida e California.

Federico Frangiamore: chi è

Figlio di Paolo - l'inconfondibile titolare della gioielleria Senigaglia di corso Vittorio Emanuele II -, Federico ha il titolo di Senior Golf Pro, insegna golf indoor al Five Iron, il campo nel cuore di New York, città in cui vive con la moglie. È arrivato negli Stati Uniti nel 2013, alle spalle un passato prima amatoriale poi professionale nel golf, entrato nella Nazionale a sedici anni e diventato professionista a 19. Una volta approdato nella Grande Mela si è dato da fare come maestro anziano prima al Golf Manhattan (il primo campo con simulatori della metropoli americana) poi al terzo piano dei magazzini della Brooks Brothers dove il celebre marchio di abbigliamento americano aveva installato un simulatore. Un anno fa è passato alla Five Iron Golf, dove oggi è uno degli istruttori più ambiti e ricercati. Con un onorario da 175 dollari l'ora, che per Manhattan non è poi così oneroso, Federico fa lezione a professionisti, medici, avvocati, manager mentre «sempre più si avvicinano a questo sport, anche donne, specialmente dopo la pandemia. E per fortuna si inizia a percepire il golf come qualcosa di molto divertente senza contare che soprattutto per donne d'affari può essere utile per il lavoro, il campo da golf è luogo dove creare accordi di lavoro con potenziali clienti» racconta Federico.

«Gli Stati Uniti possono dare moltissimo. Certo io ho avuto fortuna, ma ho lavorato anche molto per ottenere questi risultati» racconta Federico che se oggi si può permettere di iniziare le lezioni non prima delle nove del mattino, ci sono stati periodi «in cui iniziavo alle 5.30 fino alle 23, in pieno inverno. Senza contare che chi sceglie di spendere e venire a giocare magari durante l'ora di pausa pranzo, vuole trovare un ambiente divertente, sereno e confortevole. E chi fa il mio lavoro non può certo permettersi la stanchezza o di perdere entusiasmo». L'incontro di Federico con il golf risale a quando aveva pochi anni. Da bambino asmatico, non poteva consentirsi sport che prevedessero eccessivo sforzo fisico. I genitori erano appassionati di questa disciplina, e per lui iniziare a mandare la palla in buca è venuto naturale. Anche le sorelle giocano a golf «ma entrambe in realtà sono tenniste, sono tra le prime mille al mondo, categoria Itf. Credo sia la genetica di mia madre, particolarmente sportiva» rivela Federico.

Frangiamore ha iniziato a giocare, passando dal club di Fagagna, a quello di Lignano con qualche puntata ad Aviano, fino al Golf della Montecchia a Padova quando a 16 anni è entrato in nazionale.

Nel frattempo a 19 anni ha iniziato a lavorare anche in negozio con il padre per qualche anno «lì ho imparato molto, specialmente lo stile della vendita che ora mi torna molto utile nel capire come rapportarmi ai clienti e ampliare la mia rete, attitudine fondamentale per questo lavoro». La sua origine italiana è uno degli elementi che più hanno inciso. «Ci sono dei tratti tipici degli italiani, l'eleganza, la puntualità, il modo di comportarsi. E poi viene molto apprezzato l'accento e il mio modo di spiegare e parlare. In realtà la ragione è che il mio livello linguistico non madrelingua mi obbliga a essere molto semplice. E questa semplicità paga tantissimo specie in uno sport così tanto tecnicamente complicato come il golf» prosegue il 35enne pordenonese che insegna lo swing. Cosa sia poi lo swing, «è difficile dirlo, è il gesto del golfista, è un insieme di movimenti del corpo che coinvolgono dieci muscoli per colpire la palla. L'obiettivo finale è fare questi movimenti ripetuti che si assomiglino quanto più possibile l'uno all'altro». Quanto all'Italia, «ci sono cresciuto e ci sono legato. Fatte salve alcune amicizie e la famiglia, non sono altrettanto legato alle persone e all'ambiente del golf dove sono cresciuto, dove non so perché non sono stato accolto, forse costituivo una minaccia. Non ho mai capito perché, ma tutto sommato è stata la mia fortuna, altrimenti non sarei qui».

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci