Il lupo è diventato stanziale e ora è una minaccia. L'avvertimento: «State attenti»

Sabato 18 Dicembre 2021 di Enrico Padovan
Un esemplare di lupo
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AVIANO - A seguito del progressivo processo spontaneo di ricolonizzazione del lupo sull’arco alpino, con soggetti provenienti sia da occidente sia dall’area dinarica orientale, la specie attualmente è presente sul territorio regionale in vari ambiti alpini e prealpini, nell’alta pianura pordenonese (tra cui la zona el Piancavallo) e risulta in ulteriore espansione. 


L’ESPANSIONE


Questo fenomeno è stato favorito essenzialmente da tre fattori: l’abbandono delle aree montane e marginali da parte dell’uomo; l’aumento delle prede naturali, ungulati in particolare e l’introduzione, a partire dagli anni Settanta, di norme di tutela a livello comunitario e nazionale.

Lo evidenzia il Corpo forestale regionale Fvg che ricorda come la presenza del lupo, ricomparso in regione nel 2013 dopo quasi un secolo di assenza, susciti interesse, curiosità e in alcuni casi preoccupazione soprattutto per le predazioni su animali selvatici e domestici e per la paura che possa costituire un pericolo anche per l’uomo.


I TIMORI


«Il lupo è una specie simbolica ed evocativa che non lascia indifferenti - prosegue la Forestale - sia in senso positivo sia negativo, e per questo occupa spesso le pagine dei media tradizionali ed è assoluto protagonista dei social media. In generale l’informazione e l’opinione pubblica tendono ad essere polarizzate su due fronti opposti, favorevoli o contrari alla presenza del lupo, fenomeno che non aiuta ad affrontare il problema con la necessaria oggettività. Purtroppo talvolta le informazioni veicolate da questi mezzi di comunicazione non sono corrette e soprattutto, spesso, non vengono verificate consultando le autorità regionali competenti, impegnate da anni nella gestione di questo fenomeno». Da sempre, le interazioni tra il lupo e l’attività di allevamento del bestiame sono la principale fonte di conflitto tra la specie e le attività antropiche. In merito la Regione opera erogando contributi tanto per la prevenzione quanto per l’indennizzo dei danni, allo scopo di prevenire gli attacchi e sostenere il lavoro degli allevatori che operano in particolare in montagna e nelle aree interne più marginali.


GLI INDENNIZZI


Per ottenere all’indennizzo è necessario valutare se il decesso di un animale domestico sia riconducibile all’azione del lupo o ad altre cause, tramite una attenta analisi sulla base di precisi e consolidati criteri tecnico-scientifici, applicati dal personale del Corpo forestale regionale. La Regione, in collaborazione con l’Università di Udine, i Carabinieri forestali e molte associazioni attua già dal 2014 il monitoraggio del lupo nell’ambito del Piano nazionale. Gli uffici competenti raccolgono e verificano anche le segnalazioni provenienti dai cittadini, dai cacciatori e dagli escursionisti. Questi dati sono molto importanti perché contribuiscono a tracciare la distribuzione della specie e comprenderne meglio l’ecologia e i movimenti sul territorio. Il ritorno del lupo infine ha portato con sé anche naturali timori tra la popolazione. Sebbene non esistano dati scientificamente provati di recenti aggressioni o ferimenti dell’uomo da parte del lupo, quest’ultima è comunque una specie potenzialmente pericolosa per cui è opportuno adottare una serie di cautele ad esempio legate alla gestione degli animali da affezione, alla gestione dei rifiuti organici e del foraggiamento. Questi argomenti vengono affrontati e discussi durante gli incontri pubblici organizzati sul territorio dalla Regione o su richiesta delle amministrazioni locali, che si trovano ad affrontare per la prima volta la ricomparsa del lupo.

Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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