Pordenone come Milano, le auto a "passo d'uomo": ecco le strade pronte a diventare zona 30

Venerdì 13 Gennaio 2023 di Loris Del Frate
Pordenone come Milano, le auto a "passo d'uomo": ecco le strade pronte a diventare Zona 30

PORDENONE - Altro che Milano, Pordenone è decisamente più avanti. E se la “capitale” lombarda nel 2024 avrà una città dove le auto non potranno superare i 30 chilometri all’ora, il capoluogo del Friuli Occidentale potrebbe arrivarci subito dopo, ma decisamente con più carte in regola.

Già, perché per affermare che una città è a “zona 30” per le auto, non basta piazzare un cartello di divieto a superare quei chilometri all’ora, ma è necessario realizzare tutta una serie di opere che rendano effettivamente reale l’impossibilità a superare quella velocità, senza che gli agenti della Polizia municipale facciano strage di multe con i telelaser.


LA SITUAZIONE
Ma si può dire di più. Già, perché tornando in bomba all’esperienza di Pordenone, realizzare una “zona 30” con tutti i crismi, costa. E ora che tutte le materie prime sono rimbalzate e sono rimaste in alto, costa ancora di più. Quanto? Almeno 450 - 500 mila euro e un quartiere di circa 4 mila residenti. La cifra è parametrata sul quartiere di Torre Nord e Sud, dove a fronte di circa 15 - 16 mila residenti, ci sono più o meno 8-10 mila che vivono nell’area a 30 chilometri. Non a caso Pordenone di “zone 30” oltre a Torre può contare anche l’area di San Gregorio (pur non completa) e quella sempre a Torre che delimita via di Ragogna.


IL FUTURO
«Per quanto ci riguarda - spiega l’assessore alla Viabilità, Cristina Amirante - sul Pums, il piano della mobilità cittadina - è scritto nero su bianco che Pordenone andrà a formare una grande e compatta zona 30. Se si escludono una dozzina di strade che sono fondamentali per l’entrata e l’accesso in città e sono poi di raccordo con il resto delle vie e il ring il cui scopo è quello di facilitare la mobilità, tutto il resto della città, pur se in maniera graduale, sarà a 30 chilometri l’ora. Tre aree sono già terminate, le altre andremo avanti man mano che saranno reperiti i finanziamenti parte dei quali potrebbero arrivare dal Roma e dall’Europa».


DOVE SI CORRE
A 50 all’ora resteranno invece via Nuova di Corva, viale Treviso, via Udine, viale Libertà, viale Grigoletti, via Montereale e ovviamente le strade del ring. Tutte le altre vie rientreranno, invece, nella nuova filosofia che dovrà essere attenta agli utenti deboli della strada, biciclette e pedoni, ai bambini che vanno a scuola e agli anziani che hanno le loro necessità.


COSA SERVE
«Una zona 30 che si possa effettivamente chiamare in questo modo - va avanti l’assessore Amirante - ha bisogno di investimenti. Per prima cosa, se ci sono, vanno messe in sicurezza tutte le piste ciclabili, poi vanno realizzati i marciapiedi, oppure delimitati con dei paletti i passaggi per i pedoni. Non è finita. Nelle aree dove ci sono gli incroci - spiega ancora l’assessore alla Viabilità - vanno piazzate le piattaforme rialzate che evidenziano l’incrocio e fanno rallentare la velocità agli automobilisti. Servono poi delle vere e proprie “porte di ingresso” nelle zone 30 con una segnaletica chiara e ben visibile, sia in entrata che in uscita. Per rallentare poi la velocità soprattutto nelle zone residenziali e nelle strade diritte, vanno ridisposti i parcheggi in modo che sin incrocino tra loro e costringano chi arriva in auto a rallentare. Se questo non è possibile è necessario allora inserire delle barriere che limitino la velocità. Ultimo, ma non certo per importanza, la realizzazione dei dossi, fondamentali per mettere in sicurezza le strade. È naturale che interventi come questi siano costosi, ma a quel punto la zona 30 non ha neppure la necessità di essere controllata dai vigili urbani perchè le opere fatte limitano automaticamente la velocità a 30 chilometri l’ora».


GLI INCIDENTI
«Dove abbiamo introdotto le zone 30 - conclude l’esponente dell’esecutivo - non solo non abbiamo ricevuto alcuna protesta da parte dei residenti, ma anzi in molti hanno espresso soddisfazione per i risultati raggiunti. C’è molta più mobilità a piedi e in bicicletta e di fatto in quelle tre zone si sono azzerati gli incidenti. In ogni caso è evidente che se c’è un impatto a 30 all’ora, magari in frenata, le conseguenze, salvo rarissimi casi, sono decisamente minori. I tempi per avere l’intera città a zona 30? Qualche anno».

Ultimo aggiornamento: 07:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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