Lavinox, non ci sono certezze: esplode la rabbia degli operai

Sabato 21 Dicembre 2019 di Davide Lisetto
Pordenone il presidente di unindustria incontra gli operai della Lavinox
PORDENONE - Una mezza vittoria. E pure molto amara. I lavoratori della Lavinox di Villotta di Chions potranno ottenere - anche se l’accordo dovrà essere firmato lunedì prossimo - i soldi che avanzano e l’intera tredicesima entro tempi stabiliti. Ma sul futuro del loro lavoro e dello stabilimento del Gruppo Sassoli rimane la più totale incertezza.  Come dire che per lo stabilimento di Villotta di Chions potrebbe non esserci un futuro già con l'anno nuovo.  Né si è fatta chiarezza sulla presenza o meno di un possibile nuovo socio che possa provare un rilancio dell’azienda. Vista anche l’insperata presenza della proprietà - al tavolo dell’incontro di ieri mattina nella sede di Unindustria si è presentato lo stesso presidente Andrea Sassoli - la speranza di maestranze e sindacati a inizio riunione era per uno schiarimento sulle densissime nubi nere della vicenda che si trascina ormai da cinque anni. Invece nulla. Neanche il vertice del gruppo lombardo ha dato garanzie sul dopo 14 febbraio: il “tempo massimo” in cui termineranno gli ammortizzatori sociali. Entro quella data si cercherà una possibile soluzione per costituire una nuova società che eviti un nuovo fallimento. Ma per arrivare a quella situazione è necessaria la presenza di un partner industriale pronto a investire.
I SOLDI AVANZATI
L’aspetto positivo del vertice della vigilia di Natale - durato oltre tre ore, per tutto il tempo i lavoratori sono rimasti in presidio sotto la sede di Unindustria al Bronx - riguarda i crediti dei lavoratori. Alla fine dopo un lungo e non facile negoziato il sindacato dei metalmeccanici è riuscito a strappare alcune scadenze precise entro le quali l’impresa dovrà liquidare tredicesima e saldi degli ultimi mesi. Il 24 dicembre sarà pagato metà importo della tredicesima, il 31 dicembre l’altra metà. Entro l’8 gennaio arriverà il saldo del mese di novembre ed entro il 31 gennaio il saldo di dicembre. Su questa intesa raggiunta al tavolo manca però la formalizzazione: lunedì prossimo (nel corso di un incontro che è previsto in Regione con gli assessori Bini e Rosolen) l’azienda dovrà formalizzare l’intesa nero su bianco. In cambio, ovviamente, i lavoratori si impegneranno a rimuovere il presidio e a riprendere l’attività lavorativa (anche se ridotta al minimo) già dalle giornate del 27 e 28 dicembre. Il sindacato - al tavolo con le Rsu i segretari provinciali Roberto Zaami (Uil), Gianni Piccinin e Denis Dalla Libera (Fim-Cisl) e Bruno Bazzo (Fiom-Cgil) - ha però sottolineato che se l’intesa non sarà rispettata le azioni di protesta riprenderanno immediatamente.
IL FUTURO
Nel corso del vertice la proprietà avrebbe spiegato che alcune difficoltà - nonostante la trattativa con il gruppo cliente continui - sarebbero dovute al rapporto con Electrolux sulle forniture. Nessuna garanzia è invece arrivata sull’ipotesi di un possibile nuovo socio. Ed è questo il nodo fondamentale: il sindacato ha ribadito che l’unica strada per evitare un nuovo fallimento sarebbe quella della costituzione di un nuova società che darebbe pure la possibilità di riattivare la cassa integrazione. Un impegno - che ha dato qualche speranza ai dipendenti - era stato preso prima del vertice. Il presidente di Unindustria Michelangelo Agrusti, uscito nel piazzale per incontrare di persona i lavoratori, ha assicurato il massimo impegno nella ricerca di una soluzione. «Siamo impegnati - ha detto - per cercare una soluzione. Cercando, nell’ambito della filiera dell’acciaio, non solo un socio ma anche possibili clienti per non disperdere un patrimonio industriale». Ma oltre alla speranza per i 110 addetti resta solo l’attesa in un difficile Natale.
 
Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 16:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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