Guerra iniziata da un mese, ma mancano i bandi per i profughi: «Solidarietà battuta dalla burocrazia»

Sabato 26 Marzo 2022 di Marco Agrusti
Un appartamento per i profughi

La guerra in Ucraina è iniziata da un mese.

I primi profughi ufficialmente censiti in Friuli Venezia Giulia sono arrivati a San Vito al Tagliamento il 1. marzo. Ma solo adesso i Comuni stanno mettendo a punto le convenzioni per l’accoglienza e soprattutto solo adesso si stanno predisponendo i bandi per affidare il servizio di assistenza dei rifugiati a cooperative o società interessate all’operazione. È passato quasi un mese intero. Un mese nel quale i rifugiati di fatto non hanno potuto godere a pieno titolo e diritto del programma dedicato di accoglienza. Perché sta succedendo questo? I motivi sono due, concatenati. Da un lato la burocrazia (necessaria ma lenta); dall’altro il criterio economico alla base dell’impegno dei privati. Tradotto, la convenienza di far parte della “partita”, perché anche di fronte al più grave esodo umanitario europeo dalla Seconda guerra mondiale vince la logica del profitto. 


IL NODO


Comuni e Prefetture si sono messe al lavoro già dal primo giorno di guerra. Su quel fronte non ci sono ritardi da imputare. L’operazione rallenta in seguito, al momento di far incontrare la domanda e l’offerta. Le cooperative e le società interessate alla gestione dell’accoglienza, infatti, non partecipano a bandi che individuano alloggi piccoli, ad esempio inferiori ai 50 posti letto. «Non c’è convenienza economica, non ci stanno dentro», confermano diversi sindaci, tra cui quello di Valvasone Arzene Markus Maurmair. Quindi i Comuni più piccoli devono unirsi negli Ambiti, altrimenti l’operazione non parte. E infatti ancora oggi gli Enti stanno ospitando i rifugiati negli hotel o in altre strutture. Sostenendone i costi. «Si può dire - ha tagliato corto Maurmair - che la solidarietà sia naufragata nel mare della burocrazia». Ci sono storie di cooperative che prima si sono proposte e poi si sono ritirate. Anche a Pordenone, una città capoluogo, non è ancora ufficialmente partita l’accoglienza organizzata. La convenzione con la Prefettura è stata siglata (ed è giustamente dettagliata) e ora si procede con il bando. 


L’APPELLO


«Per poter aiutare concretamente i profughi che fuggono dalla guerra in Ucraina - ha detto ieri l’assessore regionale Roberti - è fondamentale adattare rapidamente le regole del sistema dell’accoglienza, che non è stato strutturato per gestire questo tipo di fenomeno. «Si tratta di una situazione completamente diversa da quella legata all’immigrazione attraverso gli sbarchi o la rotta Balcanica, ma la nostra regione rimane di fatto la porta di accesso. I profughi provenienti dall’Ucraina sono per la quasi totalità donne e bambini, che non si rivolgono alle istituzioni per essere accolti come profughi, ma in larga parte vengono ospitati da parenti o amici, nella speranza di tornare presto al proprio Paese. Una situazione che però è difficilmente sostenibile oltre il breve periodo. Sarebbe infatti molto utile se il governo individuasse un modo per supportare i privati che ospitano rifugiati ucraini. È quindi evidente che serve un rapido cambio di approccio e di adeguamento del sistema dell’accoglienza, anche in considerazione dell’aumento del numero di profughi in arrivo». In un mese sono transitate dal Fvg 38.210 persone, un numero pari a quello dei migranti sbarcati in Italia nel 2020 e quattro volte superiore a quello di quello transitati dalla rotta balcanica nel 2021. Al momento in regione risultano essere state accolte 2.904 persone (il 50% donne, il 40% bambini e 10% uomini con più di 60 anni) la maggior parte delle quali ospitate da privati. «Solo 236 minori sono però già stati iscritti a scuola, quindi dobbiamo aspettarci che questo numero aumenti nei prossimi giorni». L’assessore ha quindi concluso evidenziando come «già normalmente i Comuni per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati hanno bisogno del supporto della Regione che integra i fondi statali, che sono insufficienti a coprire le spese. In questo momento è necessario un intervento tempestivo del governo. Nel frattempo l’Amministrazione regionale punta comunque a mettere a disposizione degli enti locali un fondo di rotazione». 

Ultimo aggiornamento: 08:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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