Fedriga lancia l'allarme: «Non c'è manodopera, crescita a rischio». Ecco tutti i profili che mancano in Friuli

Mercoledì 26 Ottobre 2022 di Marco Agrusti
Un saldatore
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L’ultimo segnale d’allarme è arrivato da Promoturismo. Nemmeno per contribuire alla buona riuscita della stagione sciistica invernale si riesce a trovare personale. Un’emergenza allargata, ormai, che dal settore del turismo è andata a toccare un po’ tutti gli ambiti: dalla grande industria al commercio. 
Un tema cruciale, sul quale è intervenuto lunedì pomeriggio a Pordenone anche il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga.

E lo ha fatto lanciando dal profondo Nordest un messaggio con destinatario il nuovo governo Meloni, fresco di fiducia. 


LA CONSTATAZIONE


La domanda era precisa: cosa chiede il Nordest all’Esecutivo? E la risposta è stata altrettanto immediata. «Attenzione al sistema produttivo». Subito dopo Fedriga ha lanciato l’allarme. 
«Ascoltando le categorie produttive - ha spiegato il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni - abbiamo capito che oggi siamo di fronte a un’emergenza silenziosa ma importante: ci manca la forza lavoro. C’è una carenza di manodopera enorme, così come enorme è la richiesta di professionalità da parte delle aziende. Nel secondo trimestre del 2022 il Friuli Venezia Giulia ha fatto registrare la più alta crescita dell’occupazione in relazione alla popolazione residente, ma sono ancora troppi i posti scoperti. Oggi tutte le aziende ci dicono di essere in netta difficoltà nel reclutamento del personale: l’emergenza è nata nel settore ricettivo e del turismo, ma adesso si è allargata anche alla manifattura. Bisogna intervenire, noi in regione punteremo sempre più decisamente sul ruolo delle scuole professionali». 


IL QUADRO


Anni fa, l’emergenza iniziò dai saldatori. Operai, certo, ma non lavoratori “qualsiasi”, bensì portatori di professionalità che non si riuscivano a reperire sul mercato, se non rivolgendosi a luoghi lontani, anche oltre i confini nazionali. Sembrava però un problema limitato, ristretto solamente a una categoria e a un settore, quello della manifattura. 
Adesso invece sono decine le figure professionali che sembrano essere diventate introvabili. Perfino i farmacisti, e se ne parla nella pagina successiva in una riflessione dedicata. Come ha detto il presidente Fedriga, c’è un’emergenza conclamata in seno al settore della ristorazione e più in generale del turismo. L’ennesima conferma è arrivata da Promoturismo, con la denuncia relativa alla fatica nel reperimento del personale necessario a coprire le necessità di manodopera per la gestione degli impianti di risalita in montagna. Da tempo lamentano di essere nella stessa situazione di difficoltà ristoratori e baristi, così come gli albergatori che non trovano più stagionali. Sempre attuale anche il dibattito sugli stipendi: sono troppo bassi o sono i giovani che non si accontentano? Spesso le posizioni sono inconciliabili. 


IN AZIENDA


Ma la vera emergenza è entrata adesso in fabbrica. Oggi, secondo l’analisi di Confindustria Alto Adriatico, non si trovano operatori da dedicare alle macchine a controllo numerico, sono spariti i manutentori, è difficile assumere operatori specializzati in determinati macchinari. Si è allargata la platea degli introvabili. Le aziende si stanno già muovendo con uffici dedicati al reperimento del personale al Meridione, dove i tassi di disoccupazione sono più alti. Ma c’è il problema dell’alloggio e della continuità lavorativa. 

Ultimo aggiornamento: 17:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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