L'export è un ricordo e le commesse scarseggiano: tsunami economico sull'indistria friulana

Martedì 9 Giugno 2020 di Davide Lisetto
Un operaio al lavoro in fabbrica ai tempi del Coronavirus
PORDENONE - A oltre un mese dal riavvio produttivo dello scorso 4 maggio l’economia del territorio è in pesante sofferenza. Il fiato è ancora molto corto. L’incertezza sui mercati è molta. Tanta da fare dichiarare a un imprenditore dallo sguardo lungo come Sergio Barel, presidente del distretto della meccanica Comet: «È innegabile, siamo in recessione. Ma – aggiunge subito – questo colpo per quanto forte non deve indurre a inutili isterie. Bisogna essere certo consapevoli, ma nelle stesso tempo pronti a reagire». Parole preoccupate, ma che sanno guardare al futuro.

Barel prende spunto da un primo bilancio che il distretto Comet (3.800 imprese della filiera meccanica in regione, 54 mila occupati e 5,8 miliardi di euro di export e circa il 48 per cento delle imprese metalmeccaniche rappresentate) ha svolto su un campione di oltre cento associati. Cosa emerge dallo studio realizzato esattamente un mese dopo la fine del lockdown? Quasi il 45 per cento delle aziende intervistate sta lavorando quasi esclusivamente su commesse acquisite prima dell’inizio della pandemia, mentre le altre imprese lavorano su nuovi ordini me del mercato italiano: segno che l’export ha subito – e subirà almeno nel prossimo trimestre – un forte contraccolpo. E la conferma di questa situazione è data anche da quel non certo entusiasmante 13 per cento di aziende che vede un aumento degli ordini nel medio-lungo periodo. L’altro allarmante dato è riferito al 75 per cento di aziende che hanno evidenziato un calo del fatturato superiore al 20 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
IL BLOCCO MONDIALE
Durante il lockdown – iniziato il 22 marzo 2020, data che passerà alla storia come la fermata dell’Italia per pandemia – sette imprese su dieci sono state costrette alla chiusura. Tra queste, però, il 64 per cento ha dichiarato di avere riaperto i reparti di produzione dopo tre settimane dallo stop che – per periodi diversi – ha interessato molti altri Paesi sia europei che extra-Ue. La fotografia scattata da Comet a un mese dalla riapertura è quasi spietata: le imprese vivono nell’incertezza e metà di esse si dicono sicure di una perdita di competitività, mentre l’altra metà è costituita da aziende fiduciose in una nuova opportunità data dalla nuova situazione internazionale post-pandemia. E su questo fronte emerge l’unico dato positivo che fa sperare: il 5 per cento degli imprenditori della metalmeccanica regionale ha già riconvertito il proprio assetto produttivo. «È ancora poco – evidenza il presidente Barel – ma è un segnale importante. Servirà ideare nuovi prodotti, servizi e implementare nuovi modelli di business». Per questo Comet ha msso in campo il progetto Re-Action che ha fatto nascere sul territorio già otto gruppi di lavoro che puntano al rilancio delle aziende.
MOLTI IN CASSA
Il quadro che emerge dalla ricerca del distretto Comet trova conferme nell’attività sindacale del comparto della meccanica. Dove la maggior parte delle imprese non sta ancora lavorando a pieno regime. «In molti casi – spiega Gianni Piccinin, segretario provinciale dei meccanici Cisl – si sta utilizzando la cassa Covid. Molte realtà produttive, dopo avere usato le prime nove settimane per marzo, aprile e maggio, hanno chiesto l’utilizzo di ulteriori cinque settimane, in modo da coprire l’inizio dell’estate». Ma siccome le rimanenti quattro settimane si potranno utilizzare solo dal primo settembre, sono tante le aziende che hanno manifestato la necessità di chiedere la cassa ordinaria per coprire i “buchi” in cui non si potrà attivare la cassa-Covid prevista dai decreti d’emergenza. «Questo scenario ci preoccupa – sostiene il sindacalista Fim – poiché se le aziende già mettono le mani avanti per luglio e agosto significa che non hanno visibilità di un possibile miglioramento nei mercati». E in molti casi si utilizzerà la cassa anche al posto delle ferie che in qualche occasione sono state in parte utilizzate nel periodo dell’emergenza più pesante.
Ultimo aggiornamento: 11:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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