UDINE - La domenica di Wembley è stata una serata da incorniciare per il calcio italiano, ma estendendo il concetto lo è stata per tutto il Paese, stretto in un abbraccio che negli ultimi anni è stato un gesto praticamente proibito.
L'EUROPEO DEI FRIULANI
Nell'esplosione di gioia di Wembley, la vittoria del secondo Europeo della storia degli azzurri è stata anche una storia "friulana", con i volti sempre composti, anche se travolti dalla gioia, di Alex Meret e di Bryan Cristante. Una storia non banale quella di Bryan, nato a San Vito al Tagliamento, il 3 marzo 1995, il dodicesimo uomo scelto da Mancini. In un momento in cui tutti si aspettavano Pessina o Locatelli, il "Mancio" ha scelto lui, le sue caratteristiche, la sua freddezza. La scossa data al posto di un Barella stremato è stata eccezionale. E' stato lui a provocare il corner del gol, e a spizzare la palla che poi dopo alcune carambole Bonucci ha spinto in rete. E' stato lui a iniziare a mandare in tilt il "catenaccissimo" di Southgate, alla faccia di chi lo dice che lo fa solo l'Italia. Gioia incontenibile per lui, che non è uno così "social", ma per quest'evento si fa un'eccezione. "Non amo i social e non mi piace parlare troppo - il suo commento su Instagram -. Son fatto così. Preferisco dare tutto quello che ho in campo, con impegno, passione e sacrificio. Ma oggi voglio urlare a gran voce la mia gioia: noi italiani siamo campioni d’Europa. È un’emozione indescrivibile, troppo grande da riuscire a spiegare tutta qui. Resto senza voce ma con un cuore azzurro pieno di felicità".
Una gioia enorme condivisa con le donne della sua vita, Selene e le gemelline Victoria e Aurora. Il tutto condito da immagini di festa, tinte d'azzurro; un doppio azzurro quello di Meret, celebrato anche dai compagni del Napoli. Non sarà sceso in campo il terzo portiere Alex, 25enne nato a Udine, ma ha scritto anche lui il suo nome nella storia del calcio italiano, da ragazzo per bene, silenzioso, in grado di fare spogliatoio come pochi e di supportare i suoi colleghi a coronare un sogno enorme. D'altronde, ieri il cielo sul Friuli è sembrato un bel po' più azzurro del solito.
Meret (a destra) con Sirigu