Soldi al custode per conferire rifiuti vietati, corruzione all'ecocentro: tre condanne e quattro rinviati a giudizio

Mercoledì 5 Aprile 2023
L'ecocentro di Pordenone

PORDENONE - Undici imputati, quattro dei quali hanno scelto la strada del rinvio a giudizio, tre hanno patteggiato, uno è stato assolto e tre sono stati condannati con rito abbreviato. E tra questi ultimi c'è William Travanut, 62 anni di Azzano Decimo, all'epoca dei fatti custode dell'ecopiazzola di via Nuova di Corva: fu arrestato nel febbraio del 2019 mentre intascava una tangente di 20 euro. Ed è da questa mazzetta che si è dipanata un'indagine che ha portato alla luce un piccolo mondo dove titolari di società o privati pagavano il custode per poter conferire i rifiuti nell'ecopiazzola pur non avendone diritto, o per rovistare tra il materiale abbandonato alla ricerca di oggetti che potevano essere utili per gli usi più disparati.

IN AULA
Ieri mattina davanti al gup Monica Biasutti (pm Raffaele Tito), Travanut è stato condannato in abbreviato a due anni di reclusione (il procuratore ne aveva chiesti 3, ma il giudice lo ha assolto dall'accusa di furto); abbreviato anche per Stefano Cereser (1 anno e 6 mesi, pena sospesa), titolare del negozio "La pulce" di Fiume Veneto, un mercatino dell'usato, e per Ervin Likai, 35 anni residente in città.

Hanno invece patteggiato Price Kofi Boateng, 37 anni residente a Zoppola (1 anno e 4 mesi, pena sospesa), Sergio Felet, 83 anni, residente a Pordenone (1 anno e 4 mesi, pena sospesa) e Malick Diouf, 61 anni, residente a Caneva (6 mesi).

È stato assolto con la formula "perchè il fatto non sussiste" Pietro Valvassori, 78 anni di Pordenone.

Il gup ha quindi rinviato a giudizio Alfio Taschini, 64 anni di Cordenons, titolare della srl Ideal home, il quale, secondo l'accusa, prometteva e consegnava denaro (50 euro ogni volta) al custode Travanut perchè gli permettesse di conferire all'ecocentro materiale proveniente dalla sua attività edilizia, nonostante non avesse il permesso di farlo; Lofti Afi, 52 anni residente a Pordenone, che avrebbe a sua volta pagato il custode per poter utilizzare l'ecocentro; Remigio Scorzato, 80 anni di Pordenone, perchè avrebbe pagato Travanut per poter accedere al centro di raccolta di via Nuova di Corva per prendere lavatrici, lavastoviglie o parti di elettrodomestico da portare a casa; Paolo Favero, 54 anni di Sarmede (Treviso) che secondo l'accusa avrebbe dato al custode Travanut non meno di 50 euro alla volta per conferire nell'ecocentro rifiuti speciali provenienti da attività edilizia, trasportati con un furgone, che non avrebbe potuto "smaltire" in via Nuova di Corva nemmeno come attività d'impresa dell'hotel Damodoro.

L'INCHIESTA
A far partire le indagini è stato un cittadino che nell'estate del 2018, in coda per accedere all'ecocentro, ha visto una persona scendere da un camion e consegnare 50 euro a Travanut. Dopo aver assistito alla scena, è andato dalla polizia locale e poi per 4 mesi, attraverso una videocamera nascosta, era stato controllato e immortalato Travanut mentre prendeva denaro per fare entrare al centro di raccolta privati e imprese non autorizzati, senza sapere il tipo e la quantità del rifiuto, senza registrare i dati anagrafici e permettendo ad alcune persone di portarsi via elettrodomestici ancora funzionanti, batterie esauste e altro ancora. Una situazione conosciuta in città, tanto che la frase "Vai da lui che ti combina" era usuale. A condurre le indagini era stata la Guardia di finanza.
 

Ultimo aggiornamento: 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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