Stranieri lasciati fuori dal Piper Club di Fontanafredda? Cosa è successo e cosa dicono dalla discoteca

Martedì 7 Febbraio 2023 di Riccardo Saccon
Il Piper Club di Fontanafredda

FONTANAFREDDA (PORDENONE) - Da tre giorni non si parla d'altro e dopo l'annunciata interrogazione ai ministri dell'Interno, della Giustizia e della Famiglia da parte della senatrice del Pd Tajana Rojc, la questione del Piper Club e delle presunte accuse di razzismo, potrebbe arrivare anche in consiglio comunale con una interrogazione. «Ne stiamo discutendo spiega la capogruppo del Pd Adriana Del Tedesco  spiace che Fontanafredda assurga ancora una volta alle cronache nazionali per un fatto molto disdicevole. Sicuramente va fatta chiarezza e quindi attendiamo l'esito di quanto potranno accertare le autorità». Del fatto se ne sta occupando la Questura. «Si tratta di capire - aggiunge Del Tedesco - cosa effettivamente sia successo. Ma soprattutto bisognerà analizzare anche alcuni aspetti di questa associazione, a cominciare dallo statuto che chiaramente non può prevedere regole che vadano in contrasto con le libertà garantite dalla nostra Costituzione».

Piper Club, entrata solo per i nativi oppure no?


La creazione del Piper Club era stata annunciata nel 2018 come una nuova svolta nella vita del locale fondato a Fontanafredda dal conosciuto Paolo Giacomin, padre dell'attuale gestore. La rinascita era stata battezzata nel segno della cultura e dell'aggregazione, punto di incontro e confronto di varie forme artistiche, non solo quella musicale. «Lo immagino aveva spiegato Edward Giacomini come un club, un aggregatore di idee, un luogo che ospiti eventi anche profondamente diversi tra loro». Così, oltre alle serate Revival con musica anni '70 e '80, nel tempo sono state organizzate anche varie serate di incontri e approfondimento su materie diverse, come la serie di incontri sulla conoscenza di sé nell'ambito del progetto Coscienza e conoscenza con relatori vari in materie dalla meditazione trascendentale alla numerologia, dalla psicologia all'alimentazione naturale. Un cambio di rotta alla luce di una storia iniziata negli anni '60, quando il locale era diventato famoso per la musica dal vivo. Poi negli anni '70 lo divenne per essere stato la prima discoteca del Triveneto per divenire, negli anni '80 e '90, Night Club e non solo, come sottolineò all'epoca lo stesso Edward. Il tutto ben sostenuto dall'omonima radio, Radio Piper, fondata negli anni '80 e apprezzata emittente per la sua musica.


Sul fronte dell'ordine pubblico non risultano in passato segnalazioni particolari e soprattutto nessuna denuncia alle forze dell'ordine per trattamenti a carattere discriminatorio. E ciò viene confermato anche da diverse testimonianze pubblicate nelle varie pagine social in questi giorni - a conferma di quanto dichiarato al Gazzettino dallo stesso titolare del locale - con l'intento di scacciare da subito i fantasmi del razzismo. C'è infatti chi, tesserato al Piper Club, è entrato anche di recente all'interno del locale trovandosi poi seduto a fianco di una persona di colore, a testimoniare che non c'è alcuna pregiudiziale sul colore della pelle.


Sulla vicenda i commenti chiaramente si dividono, tra chi non vede particolari problemi a riservare l'ingresso a chi è nativo della zona, e chi invece critica questo modo di gestire l'accesso al locale.

C'è chi ricorda esperienza simile in altre discoteche in Italia, «ci capitò a Gallipoli ma ce ne siamo andati senza problemi, alla ricerca di un locale alternativo», e chi critica aspramente qualsiasi selezione all'ingresso. Il tutto in attesa di chiarimenti che dovranno arrivare, visto che la questione dovrebbe approdare appunto in Senato.

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