Primo matrimonio post-pandemia celebrato interamente in friulano Foto

Domenica 11 Luglio 2021 di Lara Zani
Il matrimonio in friulano celebrato a Pordenone

PORDENONE - Da Mereto di Tomba a Pordenone per dirsi “Sì, lu vuei” sotto la loggia del municipio, che ha ospitato ieri il primo matrimonio in friulano in città, celebrato dall’assessore all’Ambiente Stefania Boltin. A scambiarsi le promesse in duplice lingua (ma ad avere valore legale sono solamente quelle in italiano) sono stati il presidente dell’Arlef (l’Agenzia regionale per la lingua friulana) Eros Cisilino e la compagna Rossana Carretti.

Abito scuro lui, tutta in verde lei, con la mascherina in tinta, i due sposi, il “siôr” Cisilino e la “siore” Carretti, sono arrivati insieme a piedi poco dopo le 11 di ieri, accompagnati dal figlio e dai soli testimoni per una cerimonia raccolta ed essenziale, nel luogo che li aveva già visti scambiarsi la promessa di matrimonio.


LA PROMESSA
«Ci sposiamo a Pordenone – ha spiegato Cisilino, rigorosamente in friulano, prima del fatidico “sì” – perché proprio qui ho chiesto alla mia compagna di sposarmi, e allora siamo qui proprio per suggellare il nostro amore sotto questa bella loggia, che ha così tanta storia, per il Friuli e per Pordenone». Per il capoluogo della Destra Tagliamento si tratta del primo “sì” in marilenghe, mentre ne sono stati celebrati in regione. Fra i quali uno una quindicina di giorni fa a Udine. «Per noi è naturale farlo in friulano – ha continuato il presidente dell’Arlef –, perché è la nostra madrelingua, e Pordenone è uno dei comuni furlanofoni. Quindi è una scelta naturale, anche per Pordenone». E poco importa che in città la marilenghe non sia particolarmente diffusa: «Sicuramente possiamo incrementare anche l’uso del friulano a Pordenone, però in realtà ci sono già a Pordenone persone che parlano in friulano qui, dunque mi pare importante dare anche a loro un segnale di vicinanza». Nessun ostacolo, invece, nella realizzazione del progetto degli sposi di dirsi “sì” in friulano, che pure inizialmente ha un po’ spiazzato gli uffici.


L’ASSESSORE


La scelta dell’officiante è caduta sull’assessore Boltin, quella che nella Giunta “mastica” meglio la marilenghe. Per il resto, «nessuna complicazione, nessun ostacolo – conferma Cisilino -: un’amministrazione veramente vicina ai cittadini, anche se non siamo cittadini del Comune di Pordenone. Veramente ci siamo trovati bene e abbiamo visto accontentate tutte le nostre esigenze». Nero su bianco in un depliant in friulano gli articoli 143, 144 e 147 che per prassi vanno esposti ai futuri sposi e che regolano i Dirits e dovês mutuâi dai maridats, gli Orientament de vite familiâr e residence de famee e i Dovês a pro dai fīs. Pronunciati quelli, l’assessore ha rivolto a ciascuno dei due sposi la domanda fatidica, “vuelial cjoli tant che sô femine la siore Rossana Carretti, culì presinte?”. E “vuelie cjoli tant che so om il siôr Eros Cisilino culì presint?”. Pronunciati i “sì”, la coppia è stata dichiarata “unîts in matrimoni”.

Ultimo aggiornamento: 07:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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