Covid in Fvg, l'immunità di gregge ha una data: la regione può arrivarci già in agosto

Mercoledì 9 Giugno 2021 di Marco Agrusti
Vaccinazioni a Villa Manin

E Immunità di gregge già in agosto invece che a settembre? Il Friuli Venezia Giulia ce la può fare.

Merito di una macchina che ormai è in grado di raggiungere - e in alcuni casi anche superare - le diecimila somministrazioni al giorno. Ma molto, se non tutto, dipenderà dall’ultimo scatto dell’adesione, che dovrà essere corroborata anche dalla prossima apertura delle agende vaccinali a favore dei più piccoli, cioè dei ragazzini tra i 12 ai 16 anni. In ogni caso, l’obiettivo della protezione della popolazione entro il mese più caldo dell’estate è qualcosa di credibile. Bisognerà correre, ma una grande mano arriverà dalla prossima ondata di richiami che già a giugno interesserà chi negli scorsi mesi aveva ricevuto il vaccino di AstraZeneca. E sono tante, tantissime persone, perlopiù anziani, insegnanti e forze dell’ordine. 


TABELLA DI MARCIA


Nelle ultime due settimane, in Friuli Venezia Giulia il sistema allestito dalla Regione ha garantito una media di 10.594 dosi somministrate al giorno. Il calcolo è semplicemente algebrico, ed è una proiezione. Mantenendo questo ritmo, quindi potendo contare sugli arrivi regolari di vaccini e su un’adesione pressoché continua nel corso del tempo, si riuscirebbe a coprire il 70 per cento della popolazione regionale entro il mese di agosto. Il giorno dipende dalla velocità di somministrazione: ci sono stime che parlano delle prime due settimane e altri calcoli che - includendo delle variabili - spostano l’asticella nella seconda metà del mese. Si parla in questo caso non di un’immunità parziale, ma di quella “vera”, cioè composta dalle due dosi: prima somministrazione più richiamo, il massimo della sicurezza. Entro due mesi e mezzo, quindi, il Friuli Venezia Giulia potrà dirsi relativamente al sicuro, avendo coperto la gran parte della popolazione, fragili in testa. Attualmente le persone vaccinate sono 261.264 (241.111 con doppia dose e 20.153 monodose, una media di 3.358 al giorno), pari al 31,1 per cento dell’obiettivo di copertura vaccinale della popolazione, fissato appunto al 70 per cento. 


ADESIONI


Intanto in Fvg si è prenotato il 70 per cento dei quarantenni. «Ora servono più dosi di Pfizer e Moderna», ha detto il vicepresidente Riccardi. L’adesione complessiva è al 63 per cento sugli over 16.


IL DIBATTITO


Ci sono poi diverse scuole di pensiero all’interno della comunità scientifica. Basterà la copertura del 70 per cento a garantire l’immunità di gregge tanto sospirata sin dall’inizio della campagna di vaccinazione, oppure servirà uno sforzo ulteriore? La quota del 70 per cento è stata indicata come sicura ancora mesi fa, quando si conosceva praticamente solo la versione “originale” del virus, quello circolato già durante la prima ondata della primavera 2020. Poi, però, il Sars-CoV2 ha iniziato a mutare, trasformandosi in varianti più contagiose che espongono quindi a un rischio di trasmissione più elevato. Il ceppo inglese, ad esempio, responsabile della terza e forse anche della seconda ondata. E ora la variante Delta, conosciuta anche come indiana. C’è il timore, in parte della comunità scientifica, che il 70 per cento non basti. «Invece conoscendo il virus potrebbe proprio bastare», ribatte l’infettivologo pordenonese Massimo Crapis. «Per essere sicuri - spiega dall’altra parte l’epidemiologo Fabio Barbone - bisogna coprire la fetta maggiore possibile, quindi andare anche oltre». Se si puntasse ad esempio all’80 per cento della popolazione, l’obiettivo potrebbe essere raggiunto invece il 21 settembre prossimo

Ultimo aggiornamento: 07:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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