Coronavirus, tutto il Fvg rischia la zona arancione: ecco i dati che possono far chiudere le province

Venerdì 5 Marzo 2021 di Marco Agrusti
Il centro di Pordenone in un giorno di zona arancione

PORDENONE E UDINE - In una regione che da domani (sabato), per la prima volta dall’inizio della pandemia, sarà spaccata in due da una maxi-zona arancione centrale (Udine e Gorizia), torna a comparire all’orizzonte il rischio della stretta generalizzata.

Mai come stavolta, infatti, i dati settimanali sono in bilico. E le conseguenze di un eventuale declassamento riguarderebbero da vicino proprio la provincia di Pordenone (nonché quella di Trieste), rimasta gialla anche dopo l’ordinanza di Fedriga che ha “retrocesso” Udine e Gorizia. La decisione dell’Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute dovrebbe arrivare oggi, al massimo domani, mentre le nuove fasce di rischio entreranno in vigore (sempre per Pordenone e Trieste) da lunedì.


IL DUBBIO
Due territori (Udine e Gorizia) da domani e per 15 giorni entreranno in zona arancione. Le province di Pordenone e Trieste saranno almeno sino a domenica (inclusa) in zona gialla, con bar e ristoranti aperti. E poi? Da lunedì potrebbe cambiare tutto, perché i numeri oscillano tra il giallo e l’arancione. Non è scontata alcuna ipotesi, compresa quella (non improbabile) che anche Pordenone e Trieste possano scivolare a giorni verso restrizioni più severe, quelle appunto della zona arancione. A pesare sul bilancio complessivo sono soprattutto i dati della provincia di Udine, che nella settimana tra il 22 e il 28 febbraio hanno letteralmente trascinato verso il basso il Friuli Venezia Giulia. La Regione, decretando la zona arancione nel Friuli Centrale e nel Goriziano, ha già mosso un primo passo per differenziare le situazioni, ma la decisione del governo non terrà conto delle restrizioni locali, perché si baserà solo su numeri complessivi. 
I DATI
La fotografia in alta definizione della pandemia in Fvg immortala la nascita di una terza (o quarta, a seconda delle interpretazioni) ondata. Il nuovo indice Rt calcolato sulla settimana tra il 22 e il 28 febbraio è a quota 0,92. Partiva dallo 0,83 della settimana scorsa. L’Rt a 14 giorni è a 0,97, anch’esso sotto l’uno. C’è una crescita ma il livello resta sotto quota uno. Altri tre indicatori, però, possono trascinare la regione verso il rischio alto e quindi il colore arancione a livello uniforme. Si tratta innanzitutto dei contagi, cresciuti in una settimana del 57 per cento: da 1.815 casi si è passati ai 2.849 della scorsa settimana. E ancora i nuovi focolai, cresciuti da 246 a 369 su tutto il territorio. Poi le Terapie intensive, con i posti letto occupati al 35 per cento, oltre la soglia di sicurezza del 30 per cento e in crescita rispetto all’ultima rilevazione. In risalita anche i ricoveri in Medicina (i letti occupati sono passati dal 28 al 30 per cento), anche se in questo caso la soglia-limite del 40 per cento è lontana. Allo stesso tempo salgono i contagi in relazione ai tamponi, con il tasso che dal 7,6 passa al 13,1 per cento, escludendo le attività di screening ordinario e includendo solo i casi sospetti. Un ultimo indicatore misura la febbre al sistema di tracciamento: la scorsa settimana i casi non associati a catene di trasmissione note (quindi conosciute dal sistema sanitario) sono passati da 859 a 1.019. 
L’UNIONE EUROPEA
Ieri l’Ecdc, il Centro europeo per il controllo delle malattie, ha aggiornato la sua mappa comunitaria. Il Fvg è rimasto di colore rosso (l’Emilia Romagna è passata in rosso scuro), come il Veneto. Ma ai cittadini della regione interesserà di più conoscere il colore delle province, al netto dell’arancione assegnato a Udine e Gorizia. 

Ultimo aggiornamento: 14:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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