PORDENONE - La zona bianca è conquistata, tempo di guardare al futuro. Che estate avremo? Quando potremo toglierci le mascherine almeno all’aperto? Dovremo fare un richiamo del vaccino per proteggerci dalle eventuali varianti del virus? E soprattutto, in autunno saremo al riparo da brutte sorprese? In poche parole, la formula della ripartenza a 360 gradi. Domande, queste, che oggi si pone ogni cittadino, terrorizzato da altre marce indietro e allo stesso tempo proiettato verso un futuro fatto di libertà e normalità. Domande, sempre queste, a cui ieri ha tentato di dare una risposta l’infettivologo pordenonese Massimo Crapis.
IL QUADRO
Né pessimista, né ottimista.
PROTEZIONI
C’è poi il tema della mascherina, che ancora oggi è obbligatoria anche all’aperto. «Dal punto di vista scientifico - precisa Crapis - all’aperto non ha un gran senso, a meno che non ci si avvicini troppo a una persona non vaccinata. Ecco, poi tra immunizzati l’uso delle protezioni potrebbe già decadere».
IMMUNI
La vaccinazione della popolazione prosegue con un gran ritmo e ci si avvicina alla tanto sognata immunità di gregge, anche se per ora con una sola dose. Quindi, servirà davvero un altro richiamo? «A mio parere assolutamente sì - va avanti l’infettivologo dell’ospedale di Pordenone - e credo debba avvenire tra ottobre e dicembre. Il timore è legato a possibili varianti in grado di eludere gli effetti delle prime dosi, cosa che per ora per fortuna non è avvenuta. In quel caso, però, potremo contare su di una macchina già rodata. In poche parole, i vaccini ci salveranno un’altra volta e si potrà continuare a vivere».