Coronavirus, la Regione dichiara guerra totale alle varianti: si cercano anche i ceppi brasiliano e sudafricano

Martedì 16 Febbraio 2021 di Marco Agrusti
Prosegue la ricerca delle varianti

PORDENONE E UDINE - Il cambio di passo è notevole, nonché necessario. E l’urgenza è scaturita immediatamente dopo l’atterraggio in regione dei dati relativi alla diffusione della variante inglese: in un primo momento 17, poi 18 grazie all’opera di tracciamento messa in campo in provincia di Pordenone. Ora, però, è determinante cercare non solo il ceppo britannico, più contagioso almeno del 50 per cento rispetto al virus “originale”, ma anche gli altri due sottotipi: la variante brasiliana e soprattutto il temuto ceppo sudafricano, che per le sue mutazioni specifiche modifica in parte (ma non del tutto, va specificato) l’efficacia di alcuni vaccini. E in regione questa operazione è partita ufficialmente con la nuova settimana. 
IL LAVORO
Gli esperti da ieri non lottano più contro la variante inglese, ma con tutte le varianti che si possono incontrare in regione. E questo grazie alla tecnologia in dotazione ai laboratori del Burlo, coordinati dal professor D’Agaro, diventato l’unico riferimento in Friuli Venezia Giulia per quanto riguarda il tracciamento delle mutazioni genetiche del Coronavirus. Sarà il suo team, infatti, a valutare i dati in un contesto di sanità pubblica e subito dopo a rendicontarli all’Istituto superiore di sanità e al ministero della Salute. 
LA TECNOLOGIA
Sempre lo staff del professor D’Agaro, accreditato per studiare l’impatto delle varianti in Friuli Venezia Giulia, in settimana riceverà il cosiddetto sequenziatore, cioè un macchinario speciale che serve proprio a “scovare” le sequenze specifiche di ogni variante. Un risultato determina la prevalenza del ceppo inglese, un altro di quello brasiliano e così via. Si tratta di un salto di qualità importante nella lotta alle modificazioni del virus, che permetterà al Friuli Venezia Giulia di accelerare sul fronte dell’individuazione di eventuali focolai da bloccare sul nascere. 
IN PROVINCIA
Al momento, dopo i primi cinque casi di variante inglese rilevati la scorsa settimana e inclusi anche nel rapporto nazionale, in provincia di Pordenone non sono stati rilevati altri contagi simili. Ma l’allerta è tutt’altro che finita. Nelle ultime 24 ore, infatti, sono stati inviati a Trieste dei campioni “sospetti”, che saranno analizzati a breve. Il laboratorio del Burlo fornirà i risultati. 
Dove sono stati registrati i casi di variante inglese nel Friuli Occidentale? La diffusione è già stata tracciata dal Dipartimento di prevenzione: due positivi a Montereale, due a Porcia e uno in città. La relativa lontananza tra i comuni, da un lato tranquillizza, ma dall’altro rende ancora più unico il tratto in comune costituito dal fatto di aver frequentato l’ospedale, almeno per quattro dei cinque casi. C’è poi un altro dettaglio, legato all’aumento numerico dei tamponi positivi alla variante inglese, passati da quattro a cinque.
L’ASSESSORE
Delle varianti ha parlato anche il vicepresidente della Regione Riccardi, che ieri mattina ha avuto un colloquio con il presidente dell’Iss, il friulano Silvio Brusaferro. «In questo momento noi abbiamo dati che sono ancora limitati, ma non possiamo dare per scontato questo. I comportamenti responsabili devono continuare ed è necessario accelerare con i vaccini». 
 

Ultimo aggiornamento: 07:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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