PORDENONE - La Valcellina potrebbe non restare l’unica area della provincia di Pordenone ad essere passata ai raggi X per scovare i contagi “silenziosi”.
I NUMERI
L’operazione terminata in Valcellina ha dato uno storico: l’adesione della popolazione nel complesso ha raggiunto il 60 per cento dei residenti. Un numero alto, ma non altissimo. Nelle prossime ore potrà essere ritoccato grazie ai tamponi a domicilio che saranno effettuati alle persone a mobilità ridotta. I costi, invece, sono molto alti. «Per questo - ha affermato Riccardi - valuteremo caso per caso, perché il beneficio dev’essere almeno superiore all’1 per cento». Significa che il mirino dovrà essere centrato bene: si dovranno analizzare aree veramente critiche. Sabato in Valcellina sono emersi solamente 12 contagi in seguito ai test rapidi. Gli altri quattro facevano parte del Comune di Castelnovo del Friuli. Il tutto a fronte di più di 1.500 test. È esattamente l’uno (virgola qualcosa) per cento. Troppo poco. Utile, ma troppo poco. Ecco perché ora la sensazione è che si debba cercare in bacini più ampi, anche se l’organizzazione diventerebbe più pesante. E più costosa.
LA MAPPA
Quali sarebbero, allo stato attuale, le aree del Friuli Occidentale con la maggiore incidenza del contagio rispetto alla popolazione residente? Ci si deve basare, per una prima analisi, sulla mappa aggiornata dalla Protezione civile regionale. Una cittadina candidata sarebbe Maniago: gli attualmente positivi sul territorio comunale sono 119 e l’indice sui mille abitanti è a quota dieci. A rischio anche Montereale Valcellina, con 37 positivi e un indice di 8,2. A Spilimbergo ci sono 82 contagiati, ma la popolazione è più ampia e l’indicatore sui mille abitanti scende a 6,9. Sembra però essere proprio la fascia pedemontana la prossima osservata speciale. In provincia di Udine, oltre a Tolmezzo, lo screening a tappeto potrebbe riguardare comuni come San Leonardo, Enemonzo e Forni Avoltri.