Torna il contagio dall'Est Europa, quaranta infetti tra braccianti e operai in una settimana

Domenica 30 Agosto 2020 di Redazione
Ulteriore sforzo per la prevenzione del Fvg
PORDENONE E UDINE - È stata la prima emergenza post-lockdown, nonché il primo fattore che ha contribuito a far aumentare di nuovo i contagi (ma raramente i malati) in Friuli Venezia Giulia. E ora, in un periodo delicato per il rientro al lavoro di tante categorie professionali e la concomitante fine del periodo di vacanza per molte persone, il problema è tornato di estrema attualità: il virus è tornato a bussare alla porta della regione dall’Est Europa, cioè da quei Paesi che già a luglio sono stati inseriti dal governo in una sorta di “lista rossa”, in quanto il loro sistema di sorveglianza non è giudicato efficiente come quello italiano. Che oggi il virus dall’Est rappresenti un fattore, lo dicono i numeri. E per controllare una situazione potenzialmente pericolosa, serve un nuovo sforzo da parte dei Comuni e del sistema di prevenzione. 
I DATI
Solo nell’ultima settimana, il contagio proveniente dall’Europa dell’Est ha generato più di 40 casi in tutta la regione. Se si esclude il tracciamento dei contatti, cioè la fase successiva all’individuazione dei primi positivi di un eventuale focolaio, l’importazione di casi dai Balcani e dall’Est in genere ha avuto lo stesso peso rispetto al contagio derivato dal rientro dalle vacanze dei cittadini del Friuli Venezia Giulia e in proporzione un peso nettamente maggiore rispetto ai casi positivi riscontrati tra i richiedenti asilo rintracciati in regione nell’ultima settimana. La nuova “ondata” dall’Europa orientale si è manifestata ad esempio a Sequals, nell’alta pianura pordenonese, quando alcuni braccianti di nazionalità rumena sono risultati positivi al termine della quarantena. Stavano trascorrendo il periodo di isolamento di 14 giorni in una fattoria, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato quanto a distanziamento e protezioni, così dai primi due positivi i casi sono raddoppiati e gli isolamenti sono stati prolungati a data da destinarsi. In altre zone della regione, con un occhio particolare alla provincia di Udine, i contagi dall’Est Europa si sono moltiplicati nell’ultima settimana: si è trattato, dati alla mano, di cittadini provenienti soprattutto dall’area dei Balcani. Kossovo, Serbia, Romania, Macedonia, ecco i Paesi che oggi “esportano” più contagiati in Friuli Venezia Giulia. Ci sono poi alcuni casi che derivano da focolai esistenti in Ucraina e Moldavia, altri due Stati inclusi nelle ordinanze che prevedono la quarantena obbligatoria al rientro in Italia. 
LE REGOLE
I cittadini che tornano in regione dai Paesi dell’ Est a rischio contagio devono rimanere in quarantena per 14 giorni, ma non ci sono abbastanza strutture per l’isolamento sul territorio, e ad esempio nel caso delle badanti, si rischia di “assegnare” come luogo per l’isolamento il posto di lavoro stesso, cioè la casa della persona assistita. E il pericolo è quello di vanificare ogni misura preventiva. La Prefettura di Pordenone è al corrente del problema e ha cercato urgentemente strutture disponibili. Quelle già allestite in regione sono “prese d’assalto” dai migranti in arrivo ogni giorno dalla Rotta balcanica e non è stata trovata alcuna disponibilità. I Comuni sono sempre impegnati in prima linea per fornire ai Dipartimenti di prevenzione le liste dei cittadini provenienti dai Paesi ad alto rischio contagio. Ma possono fare poco per quanto riguarda il vero rispetto delle misure di isolamento, necessarie a diminuire i rischi di diffusione dell’infezione. 
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