Torna l'allarme contagi a scuola, picco di focolai tra gli alunni: ecco dove sono scoppiati più casi

Martedì 23 Febbraio 2021 di Marco Agrusti
Una scuola chiusa nel Pordenonese a gennaio

PORDENONE E UDINE - Nella fase più dura della seconda e della (piccola) terza ondata, in Friuli Venezia Giulia l’età media delle persone contagiate dal Coronavirus era salita a 50 anni. Ad agosto si fermava a meno di 30 anni. Quando è alta, come a novembre, l’impatto è netto, visibile: aumentano i pazienti sintomatici e si riempiono gli ospedali. Quando si abbassa, invece, il rischio è che il virus “cammini” mimetizzato nella boscaglia, senza farsi notare. Ma è proprio in quel momento che deve suonare l’allarme: la circolazione tra i giovani, infatti, è un buon termometro in grado di predire il futuro dell’epidemia. Ecco perché un dato atterrato pochi giorni fa sulle scrivanie della task force regionale è diventato il più importante e il più studiato: in Friuli Venezia Giulia, infatti, stanno nuovamente aumentando i focolai di Covid negli ambiti scolastici. Sintomo che il virus circola in modo più sostenuto tra i giovani e giovanissimi, soprattutto da quando sono state riaperte (seppur al 50 per cento della capienza) tutte le scuole.
IL MONITORAGGIO
Non è una sensazione, è tutto supportato dai numeri aggiornati quotidianamente dal team guidato dall’epidemiologo Fabio Barbone. La scuola, a febbraio, ha praticamente “doppiato” gli altri ambiti di contagio, come ad esempio gli ospedali e le case di riposo (ambienti ormai protetti da una campagna vaccinale che ha raggiunto numeri ottimi) ma anche gli incontri tra amici, che invece avevano “spinto” la piccola terza ondata che in Friuli Venezia Giulia si era manifestata a cavallo delle feste natalizie. «Ora - spiega Barbone - i focolai scolastici sono nuovamente aumentati. Nella settimana che si è conclusa il 14 febbraio sono stati contati 44 “cluster” ufficialmente censiti all’interno degli istituti della regione». Si va dagli asili nido alle scuole superiori, con una prevalenza tra i più piccoli. Il 13 dicembre era stato raggiunto il picco dei focolai scolastici, con 58 centri di contagio accertati in tutta la regione. Ora ci si è nuovamente avvicinati a questi numeri. E i casi riguardano anche bambini di età compresa tra tre e sei anni. 
LA MAPPA
Le cose, però, non stanno così dappertutto. La provincia di Pordenone, ad esempio, rappresenta un’eccezione positiva. Stando a quanto filtra dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria, infatti, ad oggi non si rilevano focolai attivi nelle scuole del Friuli Occidentale. Merito anche di un’incidenza complessiva più bassa rispetto agli altri territori del Friuli Venezia Giulia. L’ultimo “cluster” è stato quello rilevato alla scuola elementare “Rosmini” di Villanova, frazione residenziale a sud di Pordenone. Dopodiché solamente contagi isolati e nessun focolaio vero e proprio. La situazione peggiore è quella che si vive in provincia di Udine, dov’è localizzato il 55 per cento dei focolai attualmente attivi a livello scolastico. 
Sarà importante, poi, attendere i risultati del secondo “giro” di test finalizzati al tracciamento delle varianti presenti sul territorio regionale.

Nel fine settimana a Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, una scuola è stata chiusa dalla Regione proprio in seguito a un focolaio nato nel Monfalconese e comprendente alcuni casi di ceppo inglese. Il monitoraggio sui tamponi inviati all’Area Science Park di Trieste è già stato compiuto e ora si aspetta solamente la comunicazione sull’incidenza delle mutazioni, che tendono a diffondersi soprattutto tra giovani e giovanissimi. 

Ultimo aggiornamento: 08:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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