Allarme, è tornata la cimice flagello dei frutteti

Domenica 4 Agosto 2019
Allarme, è tornata la cimice flagello dei frutteti
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PORDENONE - Ancora le armi a disposizione per combatterla sono spuntate. E così la cimice asiatica (si caratterizza per il colore marrone scuro, rispetto al verde) continua a mettere in ginocchio l'agricoltura. In particolare ad avere i raccolti semi-distrutti sono i frutticoltori, soprattutto - vista la diffusione del tipo di coltivazioni nel territorio del Friuli occidentale - di mele e kiwi. Le aziende agricole specializzate in queste coltivazioni sono alla disperazione: negli ultimi tre anni i raccolti hanno subito danni sempre superiori al 50 per cento. Ma in alcune varietà si è arrivati anche all'80 per cento. Un'autentica emergenza. Che quest'anno è iniziata dopo, ma rischia di causare gli stessi disastri dell'anno scorso.
 
IN RITARDO
«Quest'anno - spiega Davide De Munari, dell'azienda agricola De Munari di San Vito a Tagliamento, coltiva anche frutteti oltre a vigneti - abbiamo avuto una primavera piuttosto fredda. Per questo le cimici sono rimaste fino quasi alla fine di maggio nelle tettoie, al coperto a svernare. Solo verso la fine del mese di maggio, con l'arrivo del caldo, sono arrivate in campagna. Ma da quello che abbiamo potuto osservare sono molto aggressive e voraci. Nel territorio ha trovato un areale buono che la fa prolificare molto. Perciò siamo molto preoccupati anche per l'andamento della stagione di quest'anno. In particolare per le mele. Essendo un prodotto per il mercato del fresco (non viene trasformato, ndr) basta che i frutto abbia qualche piccola macchia e già non viene accettato». Ancora i metodi per sconfiggere il devastante insetto non sono pronti. E quindi i coltivatori devono ricorrere ai sistemi di protezione più tradizionali. Che però hanno un effetto ridotto. «Per esempio - aggiunge l'imprenditore agricolo quarantenne - si possono utilizzare le reti anti-insetto. Ma c'è il rischio che d'inverno alcuni esemplari rimangano all'interno e poi prolificano moltissimo con il risultato di avere un numero di insetti maggiori proprio all'interno delle reti. Con le reti andrebbero adottate alcune pratiche agronomiche. Per esempio - va avanti Davide De Munari - si è visto che dove ci sono molte foglie ci sono anche più cimici. Provvedere con le potature verdi, per quanto non facili, potrebbe servire a ridurre la presenza». Intanto l'azienda De Munari è tra quelle che sono state individuate dalla Regione per un monitoraggio che sta portando avanti L'Ersa. Nei frutteti vengono sistemate della casette, una sorta di trappole con un ferormone che attirano la cimice che entra e resta ingabbiata. Il monitoraggio serve a studiare il fenomeno e seguire gli spostamenti e i comportamenti dell'insetto al fine di mettere a punto sistemi per sconfiggerlo.
IL SUMMIT
A proposito dei rimedi la Regione sta sperimentando l'insetto antagonista, la cosiddetta vespa samurai, finora impiegata solo in prove di laboratorio. Anche su questo aspetto l'assessore regionale all'Agricoltura Stefano Zannier - nel corso di un summit di tre giorni fa con gli assessori Trentino, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte - insisterà per fare in modo di accelerare l'intervento del ministero delle Risorse Agricole. Il summit tra gli assessori regionali del Nord Italia è stato voluto proprio per sollecitare un incontro con il ministro Gian Marco Centinaio per un intervento di livello nazionale contro l'insetto che è diventato il flagello per le colture frutticole.
D.L.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 14:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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