Pochi bimbi nelle culle, troppi tre punti nascita: il Policlinico è a rischio

L’assessore Riccardi: «La convenzione col S. Giorgio scade nel 2026». Sist: «Sono sorpreso»

Mercoledì 31 Maggio 2023 di Loris Del Frate
Pochi bimbi nelle culle, troppi tre punti nascita: il Policlinico è a rischio

Prima o poi il “bubbone” doveva esplodere. Del resto con il calo delle nascite che sta colpendo duro anche il Friuli Venezia Giulia i costi di un Servizio di Ostetricia rischiano di essere eccessivi. Lo scorso anno in provincia di Pordenone i bimbi venuti alla luce sono stati in tutto duemiladuecento a fronte di tre punti nascita nel Friuli Occidentale: l’ospedale di Pordenone, il Policlinico San Giorgio (convenzionato) e l’ospedale di San Vito al Tagliamento.

A dar fuoco alle polveri, seppur con una battuta che poteva sembrare innocente, è stato il direttore generale dell’Asfo, Giuseppe Tonutti nel corso dell’incontro che si è tenuto con i sindaci. «Altro che due punti nascita in provincia: visto il numero di nati che ci sono in provincia - aveva detto Tonutti - ne basta uno». 


LE BARRICATE
Per la verità ad accendere le polveri era stato il sindaco di San Vito, Alberto Bernava che spazzando il campo dai fraintendimenti nel suo intervento aveva difeso a spada tratta il punto nascita dell’ospedale pubblico di San Vito che è quello in cui nasce il minor numero di bimbi in provincia: 507 lo scorso anno, sette neonati in più rispetto al numero considerato minimo per avere un servizio di Ostetricia in sicurezza dal punto di vista sanitario ed efficiente da quello economico. 


L’ASSESSORE
A quel punto, però, era stato ,l’assessore Riccardo Riccardi a tirare un fendente che non è certo passato inosservato. «Per quanto mi riguarda - ha detto - la convenzione con il Policlinico privato San Giorgio, era stata garantita dal mio predecessore solo ed esclusivamente a fronte del fatto che fosse in costruzione il nuovo ospedale di Pordenone. In pratica, una volta che la struttura sarà avviata, la convenzione non dovrà essere più confermata. Da queste carte che abbiamo in mano e a fronte del calo delle nascite - aveva chiuso l’esponente della giunta Fedriga - vedo difficile che la convenzione con il Policlinico possa essere confermata nel 2026».


LA SORPRESA
A fronte di queste affermazioni, dunque, pare chiaro che per il San Giorgio sia iniziato il conto alla rovescia per quanto riguarda l’accreditamento del punto nascita che lo scorso anno ha assicurato poco più di 700 parti. Come dire che la chiusura dovrebbe avvenire nel 2026, tra tre anni. «Devo dire che le parole dell’assessore Riccardi - spiega Maurizio Sist, presidente del policlinico San Giorgio - mi hanno sorpreso. Il primo marzo, infatti, è venuto in visita da noi il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga. Dopo aver visitato il nostro ospedale a una precisa domanda che gli era stata rivolta sul nostro punto nascita il presidente della regione aveva risposto che era già stata fatta una valutazione territoriale e che l’odierna situazione (quella con tre punti nascita ndr.) era sostenibile. Cosa sia accaduto da marzo ad oggi non lo so. Posso però dire che ci è stata rinnovata pochi giorni fa la convenzione triennale per il nostro posto nascita e andremo avanti facendo il massimo, come abbiamo sempre fatto. Se le famiglie scelgono la nostra Ostetricia significa che abbiamo seminato bene, tutto il personale fa correttamente il proprio lavoro e questo ci conforta perchè significa che abbiamo investito bene sia sul fronte strutturale che su quello del personale. Se poi chi gestisce la politica da altrove ci tiene a tenere aperti i propri punti vendita - chiosa Sist con una puntina di veleno - senza valutare nel merito, non è certo una responsabilità nostra. Noi andiamo avanti continuando a lavorare. Del resto quante volte abbiamo sentito che il Policlinico, quasi come una vittima sacrificale, doveva essere depotenziato. Noi, invece, siamo sempre qui, con numeri importanti e professionalità. Certo, fa male sentire certe cose, ma nonostante questo non ci siamo mai tirati indietro e non lo faremo, se c’è da dare una mano al servizio pubblico».

Ultimo aggiornamento: 21:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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