Stop alla banda dei pestaggi e dei furti in centro: sette misure cautelari. Cinque sono in carcere

Venerdì 12 Maggio 2023 di Redazione
Un controllo in via Mazzini a Pordenone

PORDENONE - La banda dei pestaggi e delle rapine in centro a Pordenone è stata fermata nella tarda mattinata di oggi, venerdì 12 maggio, con l'esecuzione di sette misure cautelari, di cui cinque in carcere. Nelle ultime settimane a Pordenone un gruppo composto da nove persone, due italiani e sette stranieri, tutti originari dell’africa sub-sahariana, gravati da precedenti penali e di polizia, si è reso protagonista di numerosi episodi di furti e rapine commessi sia in danno di privati cittadini che in danno di esercizi commerciali, come negozi e ipermercati.

Il gruppo ha destato un notevole  allarme sociale. Molteplici le richieste d’aiuto giunte alle sale operative sia dei Carabinieri che della Polizia di Stato da parte di vittime, spesso stranieri o giovanissimi, che lamentavano di essere state derubate del telefono cellulare, o di capi d’abbigliamento o altri effetti personali.

FEROCI

Il gruppo agiva con una ferocia e una violenza inaudita aggredendo le vittime che rifiutavano di consegnare, quanto da loro richiesto; decine le denunce presentate negli ultimi mesi nei confronti dei componenti di gruppo che dimostrando un’assoluta spregiudicatezza e in spregio alla legge non esitavano a delinquere pochi minuti dopo essere stati controllati dalle forze dell’ordine che da tempo ormai monitoravano quotidianamente le loro azioni. Numerosi sono stati anche gli interventi da parte delle forze dell’ordine per furti consumati presso esercizi commerciali quali supermercati e piccoli market di generi alimentari. Anche in questo caso se il gruppo veniva scoperto non esitava a praticare violenza per guadagnare la fuga. In considerazione della gravità dei fatti denunciati la Procura di Pordenone, operando in maniera repentina e puntuale, coordinava l’attività investigativa congiunta della Squadra Mobile della Questura di Pordenone e del Comando Compagnia Carabinieri di Pordenone, richiedendo ed ottenenendo l’emissione di sette misure cautelari al Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone a carico degli appartenenti del gruppo.

LA BANDA

All’esito di un intervento congiunto della Squadra Mobile e dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Squadra Volante della Questura di Pordenone e di militari dalla Sezione Operativa e Sezione Radiomobile del Nor coadiuvati dalle stazioni di Pordenone e Fiume Veneto cinque di loro sono stati sottoposti a misura cautelare in carcere. Sono K. B. nato in Costa d’Avorio il 1. maggio 2003, A. K. nato in Ghana il 3 marzo 1999, G. C. nato in Costa d’Avorio  22 dicembre 1992, F. S. nato a Noto il 7 febbraio 2005, B. R. nato in Ghana il 16 settembre 2001. Altri due, H.Z. nato in Marocco il 24 novembre 2000 e N. N. nato in Congo il 16 novembre 2003 sono stati invece sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria. Altri due componenti del gruppo, M.V. ventiquattrenne originario dell’Angola e D. S.. ventenne italiano, sono stati infine deferiti in stato di libertà per alcuni dei fatti contestati nell’ordinanza.

LE ACCUSE

Un impianto accusatorio articolato quello costruito dalla Procura di Pordenone: diciassette i capi d’imputazione formulati a carico del gruppo nella richiesta di misura cautelare avanzata dalla locale Procura e integralmente accolta dal giudice delle indagini preliminari di Pordenone che nell’ordinanza ha in più passaggi evidenziato l’agire particolarmente cruento del gruppo che dimostrava elevata sfrenatezza e compulsione criminale. In particolare agli arrestati vengono contestate quattro rapine aggravate, cinque furti aggravati, un’ estorsione; in quattro episodi le vittime riportavano lesioni, anch’esse oggetto di specifica imputazione. Al K.B., viene contestato anche il reato di resistenza e di rifiuto di fornire le proprie generalità Fatti commessi tutti tra febbraio e aprile di quest’anno. Gli arrestati agivano sempre con particolare crudeltà come quando lo scorso 26 aprile non esitavano a colpire ripetutamente con calci e pugni, e anche mediante un tirapugni, un cittadino pakistano che aveva richiesto la restituzione del pacchetto di sigarette poco prima rubatogli dal branco. Nell’occasione la vittima riportava la frattura delle ossa del metacarpo di entrambe le mani e varie contusioni ed escoriazioni con una prognosi di trenta giorni.

ESTORSIONI

In altre occasioni gli arrestati oltre a derubare e minacciare le vittime, sempre scelte a caso, avanzavano loro vere e proprie richieste estorsive come verificatosi in danno di un minore al quale era stato richiesto il pagamento della somma di 30 euro se avesse voluto ottenere la restituzione dell’iphone rubatogli poco prima degli stessi. In un’altra occasione il gruppo si rendeva autore di un tentato scippo della borsa di una donna in prossimità del ristorante I-Sushi in via Beato Odorico; la donna nell’occasione rovinava per terra rimanendo ferita. A riprova della particolare ferocia del gruppo, del tutto privo di freni inibitori, quanto accaduto lo scorso mese di marzo quando gli arrestati dopo aver sottratto delle bottiglie dagli scaffali di un market del centro cittadino di fronte alla richiesta del titolare dell’attività di ottenere il pagamento delle bottiglie lo colpivano con un violento pugno al volto procurandogli gravi lesioni e si davano alla fuga. 

Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 12:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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