Anoressia e bulimia, si abbassa a 15 anni l'età media dei pazienti

Lunedì 3 Febbraio 2020 di Sara Carnelos
Anoressia e bulimia, si abbassa a 15 anni l'età media dei pazienti
Un'emergenza sanitaria, un'epidemia sociale: gli esperti descrivono in questo modo i disturbi del comportamento alimentare, un allarme che si diffonde rapidamente e devasta molte famiglie.
Sono soprattutto i giovani a essere colpiti da queste patologie: 3 milioni di ragazzi in Italia ne soffrono e tanti giovani e adulti si ammalano ogni anno. In provincia di Pordenone ci sono mediamente 160 nuovi casi l'anno e 250 sono quelli in carico al Centro Disturbi alimentari di San Vito, di cui è responsabile Monica Corsaro. In questo centro sono 250 le persone in cura per problemi legati ad anoressia, bulimia, obesità e altri disturbi dell'alimentazione. Dal 2008 al 2019 nel reparto di Pediatria all'ospedale di Pordenone sono stati ricoverati 60 pazienti, un dato importante se si tiene conto che sono solo il 20% dei pazienti seguiti. Rilevante anche l'età delle persone che soffrono di questi disturbi: si tratta di giovanissimi che in media hanno 15 anni.
L'ADAO
«Quando una giovane si ammala sostiene Liliana Giust, presidente di Adao, Associazione disturbi alimentari e obesità l'intero nucleo familiare viene devastato da questa esperienza. Perciò l'associazione intende stare vicino proprio ai familiari per condividere, ascoltare, consigliare. Ogni 15 giorni una psicologa è a disposizione dei familiari nell'ambito dell'auto mutuo aiuto, inoltre organizziamo momenti informativi e corsi di formazione». Nella sede del Coni di viale della Libertà ci terrà il corso gratuito rivolto a tecnici, istruttori, insegnanti di scienze motorie per una prevenzione e una diagnosi precoce dei disturbi alimentari.
CORSO E DIAGNOSI
Il corso organizzato dall'Adao con il Rotary club di San Vito e il Coni di Pordenone intende favorire anzitempo una diagnosi per individuare rapidamente un percorso di cure più rapido, meno invasivo e meno doloroso per pazienti e familiari. Sono spesso gli allenatori, i tecnici, i docenti ad intercettare per primi il disturbo, dunque è bene che siano informati sulle migliori procedure di recupero dello studente o dell'atleta. «Se è vero che lo sport può supportare la cura di molte patologie, pensiamo all'obesità spiega Giust dobbiamo anche ricordare che se è svolto con iperattività può concorrere all'anoressia». La presidente di Adao ha spiegato che tra le cause dello sviluppo dei disturbi alimentari, c'è quella biologica. «In alcuni individui è presente una fragilità maggiore e se a questa si uniscono fattori quotidiani scatenanti, come il seguire certi modelli che la moda propone, i disturbi del comportamento possono manifestarsi rapidamente».
CIBO E INQUIETUDINE
Il percorso inizia oggi alle 18, quando lo psicologo e psicoterapeuta del Centro disturbi alimentari di San Vito, Gian Luigi Luxardi spiegherà il rapporto tra disturbi e movimento, dalla sedentarietà all'iperattività e Roberto Dall'Amico, responsabile della Pediatria e neonatologia dell'ospedale di Pordenone interverrà sulle complicanze mediche e le conseguenze sulla crescita. «Oggi ha spiegato Luxardi si manifesta un'inquietudine verso il cibo già da bambini, si pensa che tutto ciò che non sia biologico faccia male, in realtà tutto dipende dall'equilibrio nelle assunzioni. A questo si aggiungono pressioni perchè bisogna avere un corpo snello. Le persone che più rischiano sono quelle che hanno otto geni specifici che portano al disturbo classificato come psichiatrico metabolico: con la predisposizione genetica scoperta attraverso uno studio pubblicato nel 2019 aumenta la vulnerabilità».
 
Ultimo aggiornamento: 09:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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