Superbonus e crisi, l'edilizia ferma i cantieri. Nel Padovano 80 milioni di euro di crediti congelati

Per Montagnin c'è «il rischio che soggetti poco trasparenti inquinino il mercato con vere e proprie truffe»

Domenica 8 Gennaio 2023 di Serena De Salvador
Superbonus, cantieri bloccati

PADOVA - Sono 9.896 le imprese artigiane del comparto costruzioni che nel Padovano sono intenzionate a non avviare nuovi cantieri fino a quando la situazione dei crediti edilizi legati ai bonus troverà una soluzione. Considerando che le ditte del settore sono in totale 12.370, parliamo di otto imprese su dieci. Non solo. Il 40% (4.948) è in difficoltà a pagare tasse e imposte e a non riuscire invece a pagare i fornitori è una su due (6.185). Il quadro emerge da una recente analisi condotta da Confartigianato Imprese Padova e Cna Padova su un campione di 1.200 imprese della filiera delle costruzioni (edilizia, impianti e serramenti) che accusano molte difficoltà nella cessione dei crediti legati ai bonus e un notevole peggioramento delle condizioni finanziarie proposte dai potenziali acquirenti. «Urgono misure per sbloccare la situazione – spiegano le due associazioni di categoria – Rischiamo che un provvedimento come il Superbonus, che ha portato il settore costruzioni a essere la locomotiva della ripresa post Covid, diventi inutilizzabile.

Il 70% delle imprese edili padovane ha il cassetto fiscale pieno da almeno 5 mesi. Così è sempre più difficile trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti».

Crediti bloccati: ecco di quanto si parla

Quando il committente (cittadino) opta per la cessione del credito d’imposta all’impresa che esegue i lavori, questa poi a sua volta cede i crediti alle banche o a intermediari finanziari. L’altissimo numero di richieste ha però inceppato il meccanismo, portando le banche a esaurire la liquidità a esso destinata e le ditte edili a ritrovarsi con i cassetti fiscali pieni e i conti senza liquidi. Nel Padovano si parla di circa 80 milioni di euro di crediti congelati. Una stasi che va avanti da mesi e che, rilevano le categorie, sta avendo conseguenze pesanti e diversificate. «Oltre metà delle aziende in difficoltà ha ricevuto offerte di acquisto da parte di soggetti diversi dai classici intermediari finanziari, quasi la metà a condizioni molto penalizzanti – spiegano – Oggi solo una parte minima delle imprese è disponibile a riconoscere lo sconto in fattura, e solo perché non ha alternative se vuole lavorare».

Le proposte

«Urgono azioni rapide e risolutive – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Padova, Gianluca Dall’Aglio – La strada più efficace è affidare a un compratore di ultima istanza (come Cassa Depositi e Prestiti) l’acquisto dei crediti incagliati. Ci aspettiamo regole certe, evitando il caos normativo che già abbiamo conosciuto. Le richieste di preventivi sono già diminuite: senza le opportune modifiche possiamo considerare il Superbonus defunto».
«Ci si aspettava una soluzione a fine anno che non è arrivata – aggiunge il presidente di Cna, Luca Montagnin – La mancanza di liquidità rischia di bloccare gli investimenti: ci sono imprese che devono chiedere prestiti per coprire i crediti fiscali. È una situazione paradossale che sta penalizzando le aziende più sane e oneste, col rischio che soggetti poco trasparenti inquinino il mercato con vere e proprie truffe. Il governo deve agire subito, facendo acquisire i crediti fiscali ai tassi che erano in vigore quando è partita la manovra».

I dati

Al 30 novembre nel Padovano risultava un totale di 7.350 asseverazioni (domande) per il Superbonus 110%, per 972 milioni di euro di investimenti ammessi alla detrazione. La nostra provincia ha infatti utilizzato moltissimo il bonus e lo stesso Veneto continua a essere la seconda regione in Italia per numero di interventi, con 42mila asseverazioni (12,3% del totale nazionale) per 5,7 miliardi di euro di investimenti, di cui il 76% già realizzati. Quasi 21mila interventi riguardano edifici unifamiliari e 18mila bifamiliari e villette a schiera, su cui si concentrano le attività delle piccole imprese artigiane. Nei soli primi 5 mesi del 2022, quando è diventata operativa la “stretta” sulla cessione dei crediti, sono state depositate oltre il 70% di tutte le asseverazioni: a fine 2021 erano meno di 13mila. Nonostante le grandi difficoltà il settore delle costruzioni euganeo si conferma solido. Su 12.370 imprese attive, 3.711 si occupano della costruzione di edifici, 1.500 di impianti elettrici, 1.252 di impiantistica termoidraulica. La metà di tutte le aziende delle costruzioni è rappresentata dalle molteplici attività di completamento e rifinitura: 1.520 sono tinteggiatori, 900 si occupano di rivestimenti (piastrellisti, parquettisti), 846 installano infissi, 500 fanno intonacatura. Oltre mille poi afferiscono alla professione del muratore, in larga parte ditte individuali senza dipendenti.

Ultimo aggiornamento: 17:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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