PADOVA - Contenimento del caro energetico attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili, da un lato. Politica “conservativa” del paesaggio e dell’ambiente dall’altro. Sembrano davvero inconciliabili le due posizioni per quanti, fra residenti ed imprenditori, cercano di applicare le tecnologie green nell’area del Parco. Gli impianti per il fotovoltaico, incentivati dagli incentivi del Superbonus, trovano infatti ostacolo nelle prescrizioni imposte dalla Sovrintendenza ai beni ambientali, che a volte nega e spesso riduce l’impatto delle strutture per fornire energia a basso costo. Ne sa qualcosa Emanuele Boaretto, imprenditore alberghiero e Presidente di Assoalbergatori che aveva prontamente progettato un sistema di pannelli solari per alimentare gli impianti collegati alla Y 40, la piscina più profonda nel mondo all’interno del suo hotel Millepini.
«Si trattava – ha spiegato – di un investimento di circa 240 mila euro, che si è scontrato contro le prescrizioni di tutela degli uffici veneziani della Sovrintendenza.
«Il fatto – ha detto il sindaco di Galzignano e Presidente dell’Ente Parco, Riccardo Masin – che possano essere prodotti anche entro i confini comunali piccoli capitali di energia pulita condivisi fra i residenti, trova un'ineludibile condizione di fattibilità nelle misure dell’Ente di Tutela ambientale. Imporre ad esempio solo alcune tipologie di pannelli solari o ricorrere alla loro copertura con tegole, vanifica la finalità progettuale di residenti e piccoli imprenditori. La spesa per adeguarsi alle imposizioni della Sovrintendenza non vale infatti l’intervento». L’occhio della Sovrintendenza su ogni possibile turbativa al paesaggio, del resto è sempre stato vigile. E si è posato anche sui viticoltori, ai quali, in occasione delle ripiantumazioni dei vigneti è stato imposto di non usare pali metallici ed evitare installazioni con fili di ferro nuovi per contenere l’effetto del luccichio solare. Il Parco Colli, più che mai attento alla qualità ambientale ha cercato una mediazione alcuni mesi fa. «Abbiamo colto con favore – ha concluso Masin – la disponibilità dei vertici, ai quali abbiamo chiesto maggior attenzione alle costrizioni energetiche. Al lato pratico però le restrizioni vengono dettate dagli uffici, spesso con difformità di criteri applicativi che non vengono capite dai cittadini. E che rischiano proprio di ingenerare sfiducia, se non avversione da parte di vive, lavora e produce nell’area del Parco».
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