PADOVA - Erano pronti a tutto per il denaro. Anche a picchiare delle donne, magari davanti agli occhi dei loro figli pur di mettere le mani sulla borsetta. D'altro canto due di loro sono esperti pugili che sul ring hanno conquistato anche numerose medaglie. Ma tolti i guantoni, il gancio dritto e rovescio hanno iniziato a usarlo anche per mettere a segno i colpi sotto gli attenti occhi di mamma e papà, veri boss della banda che poi elargivano loro una mancia di 50 o 100 se la rapina andava a buon fine. Il resto del denaro restava in ogni caso in famiglia. Dopo aver saldato i conti con gli altri complici, i soldi servivano a mantenere alto il tenore di vita cui si erano abituati tra orologi preziosi, abiti firmati e anche feste di compleanno da vip, con così tante torte da sembrare di essere ancora in pasticceria.
Ora però i carabinieri hanno messo dietro le sbarre la banda di sinti che era diventata il terrore dei commercianti cinesi, anche se non disdegnava di rapinare pure automobilisti italiani o turisti fermi all'autogrill: cinque gli arresti in esecuzione della custodia cautelare in carcere, disposta dal gip Domenica Gambardella, eseguiti ieri mattina all'alba dal comando provinciale dell'Arma. A finire dietro le sbarre sono Millas Manolito, 39 anni, il figlio 21enne Joscioal, il cugino Cristian Gottardo di 32 anni, il fidanzato della cugina Morouen Latrech, marocchino 25enne e l'amico Giorgio Caldaras, 30 anni. In cella c'è anche l'altro figlio di Manolito Millas, Naichel, di cui se ne sta occupando il Tribunale dei Minori di Venezia visto che all'epoca dei fatti non aveva ancora compiuto 18 anni. La moglie, e madre dei due promettenti boxeur, è la 36enne Federica Hudorovich, che assieme all'altro complice, l'esperto di auto Andrea Melato, di 39anni, cui il giudice ha disposto l'obbligo di dimora.
L'INDAGINE
A eseguire l'indagine, diretta dal pubblico ministero Benedetto Roberti, i carabinieri del comando provinciale del colonnello Luigi Manzini, della compagnia di Piove di Sacco e della stazione di Legnaro del comandante Marialdo Rossin.
I componenti della banda non hanno mai avuto un lavoro onesto. Fare i banditi era la loro vera occupazione tanto che mettevano a segno anche due o tre colpi al giorno per mantenere i lussi della propria famiglia. Dal Rolex al polso del figlio, agli orecchini d'oro della bambinia, dalla borsa Louis Vouitton della mamma, alle scarpe Gucci da 495 euro del papà. L'indagine, durata quasi un anno, è stata avviata dopo la tentata rapina avvenuta nel marzo 2018 ai danni di un commerciante cinese residente a Sant'Angelo di Piove di Sacco. In quell'occasione tre banditi travisati, tagliarono le gomme dell'auto della vittima e poi l'aggredirono con lo spray urticante mentre tentava di cambiare lo pneumatico assieme al figlio e alla moglie, che teneva sulle spalle lo zainetto che i malviventi avevano puntato. La famiglia di cinesi si ribellò con così tanta disperazione, che la banda dovette fuggire. Ma da lì sono partiti i successivi accertamenti che hanno portato i cinque dietro le sbarre.
I REATI
I banditi sono accusati di associazione per delinquere dedita alla commissione di rapine e furti.