Fim-Cisl: «Noi in prima linea, ma il governo doveva chiudere le attività non necessarie»

Domenica 22 Marzo 2020
AZIENDE - Fim-Cisl in prima linea nell'emergenza Coronavirus
PADOVA - “La categoria dei lavoratori metalmeccanici è molto colpita dai nuovi decreti sull'emergenza Coronavirus. Avremmo preferito – spiega una nota diffusa da Fim Cisl Padova e Rovigo - che il governo avesse scelto la chiusura di tutte le attività non necessarie, così come si è fatto in altre categorie. Questa scelta avrebbe garantito una maggiore incisività sul fronte della lotta alla trasmissione del virus e avrebbe evitato tutta una serie di interventi in extremis che ci vedrà impegnati ancora per settimane in tutte le aziende metalmeccaniche, soprattutto quelle con un numero molto alto di dipendenti".
"Noi dal canto nostro - prosegue la nota - abbiamo preso atto della scelta e nel rispetto delle disposizioni ci siamo attivati per la massima attuazione del lavoro agile, l'ncentivazione delle ferie e congedi, la sospensione delle attività nei reparti non essenziali, l'assunzione di protocolli di sicurezza anti-contagio e, dove necessario, l'utilizzo degli strumenti di protezione individuale, infine l'ncentivazione delle operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro”.
Il sindacato metalmeccani osserva, dunque, che “la realtà che viviamo in queste ultime due settimane nel nostro territorio ci ha visto attivamente al fianco di oltre 138 aziende industriali, che per il 59% ha continuato a produrre, il 18% ha pianificato la chiusura attraverso l’utilizzo di ferie o attivato la Cigo e soltanto l’1% ha messo in campo azioni di sciopero per pretendere il rispetto di quanto previsto dal Protocollo sulla Sicurezza Covid 19. Ovviamente il dato che rileviamo è sempre riferito ad aziende dove c’è presenza sindacale. L’attività produttiva nella maggioranza delle realtà quindi è proseguita, anche se dopo qualche giorno di fermo per sanificazione, per adeguamento dei protocolli anti-contagio, per reperimento dei dispositivi individuali di protezione (mascherine) o per ricorso massiccio allo strumento dello Smart Working”.
Per quanto riguarda poi il ricorso alla Cigo-Covid 19, “negli ultimi due giorni sono arrivate oltre 200 richieste, alle quali garantiremo una pronta risposta in termini di confronto e consultazione, così come previsto, consapevoli che in questo momento non potremo incontrare in assemblee i lavoratori coinvolti, ai quali va la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Inoltre per più di 180 aziende artigiane abbiamo dovuto condividere un percorso di attivazione di ammortizzatori sociali dedicati, con sospensioni totali o parziali per far fronte al calo produttivo o alle attività preventive dovute all’emergenza. Un aiuto importante ci è arrivato dagli organi sanitari e di controllo come Aziende sanitarie e Spisal, che in coordinamento con la Regione Veneto e le Organizzazioni Sindacali Regionali e Provinciali si sono attivati per supportare con verifiche propositive le rappresentanze di fabbrica”.
“Tutte le lavoratrici e i lavoratori nonostante il rischio contagio, nonostante la paura e nonostante la situazione generale di incertezza – prrosegue la Fim -, hanno continuato a svolgere il proprio lavoro con serietà e senso del dovere. Sono, però, consapevoli che dopo la garanzia della tutela della salute nei luoghi di lavoro, si rende necessario che questo Paese ripensi una vera politica industriale, dando un seguito alle politiche di sostegno per l’innovazione tecnologica del settore, con particolare riguardo allo sviluppo delle competenze del personale, specie operaio e impiegato per quella transizione di massa da “analfabeti digitali” a competenti digitali per un diritto di cittadinanza qualificato. Un grazie particolare per il loro instancabile lavoro – conclude il sindacato - va ai rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza e alle rappresentanze sindacali unitarie che consentono una sorveglianza attenta e una presenza qualificata all’interno delle aziende. A tutti loro va la nostra riconoscenza e il nostro grazie sincero”.
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