Scuole, il pasticcio della didattica a distanza: mancano le linee e i tablet per tutti, protestano i genitori dei nidi

Mercoledì 17 Marzo 2021 di Iris Rocca
Scuole, il pasticcio della didattica a distanza: mancano le linee e i tablet per tutti, protestano i genitori dei nidi

LA SITUAZIONE
PADOVA È iniziata lunedì la didattica digitale integrata per tutte le scuole di Padova e provincia. Quella che vorrebbe essere l’evoluzione della didattica a distanza ha trovato, però, impreparate alcune realtà scolastiche del territorio, causando nuove proteste in aggiunta a quelle mai sopite per la chiusura delle scuole.
A scatenare le prime contestazioni sono stati i genitori degli asili nido che, attraverso Facebook, hanno raggiunto in tutta Italia 36 mila firme per la riapertura. Assonidi Ascom Confcommercio ha denunciato quanto la chiusura dei centri per l’infanzia sia dannosa e immotivata a fronte del rispetto dei protocolli anticovid. «I nostri nidi – commenta Elisabetta Rampazzo, presidente della sezione di Padova – sono sicuri e lo testimoniano i cartelli che abbiamo rilanciato sui social chiarendo cosa succede nei nostri centri». Ciascun cartello riporta i dati di un nido dimostrando che, sulla totalità dei bambini iscritti e dei dipendenti, i casi Covid sono stati irrisori. «Oltre ai bambini, anche le mamme che lavorano e trovano qui un sostegno indispensabile, sono vittime di una scelta fuori luogo, visto che bimbi così piccoli non si assembrano».
IL DISSERVIZIO
Diversa la situazione per i bambini delle scuole primarie che seguono le lezioni al computer da casa, modalità che ha registrato grosse difficoltà fin dal primo giorno, con piattaforme in tilt come nel caso dell’Istituto Comprensivo Carrarese Euganeo di Due Carrare, Galzignano e Battaglia Terme dove lo spegnimento ha consentito solo alle scuole medie di lavorare on-line. Il confronto tra genitori esasperati dalle mancate connessioni, rimasti a casa dal lavoro per questo nuovo “primo giorno di scuola” e ritrovatisi a consolare i figli in lacrime, ha scatenato le proteste in rete. «Il blackout che ha creato disagi e frustrazione – hanno spiegato i genitori rappresentanti d’Istituto – è stato causato dall’accavallarsi delle fasce orarie dedicate alle elementari e alle medie con un sovraccarico del server, al quale si è aggiunta una criticità tecnica per cui si sono interrotte le lezioni per far intervenire i tecnici». Allarmata anche l’amministrazione comunale che si è tenuta a contatto con docenti e rappresentanti, come ha spiegato l’assessore all’Istruzione, Gino Favero: «Sembra che la scuola abbia fatto tarare le piattaforme su un numero di connessioni inferiore al necessario e che, nella distribuzione delle fasce orarie ripartite tra le cinque scuole primarie e le tre secondarie dei tre comuni, alcune primarie siano rimaste attive nell’orario delle secondarie, occupando gli spazi. In aggiunta, il crollo del server in modo indipendente ha causato lo spegnimento di tutto il sistema ed ha necessitato di un riavvio macchinoso, dopo il quale le classi della primaria hanno lavorato nel pomeriggio senza intoppi. È stato proposto l’uso di altre piattaforme, ma dovrebbero essere ugualmente versatili, predisposte alla didattica, sicure nei momenti di verifica e protette in termini di privacy».
I SUPPORTI
La didattica digitale è all’ordine del giorno anche per il Comune di Albignasego che ha stanziato 10mila euro all’Istituto Comprensivo cittadino per venire incontro alle famiglie con difficoltà economiche nell’approvvigionamento di strumenti e servizi per i figli, cifra che si aggiungerà agli oltre 100 mila annualmente erogati allo stesso.

Il modulo di richiesta è disponibile presso la scuola e sarà l’Istituto ad individuare i criteri di distribuzione. «Questa inaspettata chiusura sta causando disagi alle famiglie – spiega il sindaco Filippo Giacinti – poiché, a differenza della scorsa primavera, molte attività sono aperte e sorge il problema di come accudire i figli. È una criticità della quale chiediamo al Governo di farsi carico».

Mancano tablet per gli studenti dell’istituto comprensivo di Vigodarzere: i genitori si appellano ai privati per le donazioni. «A seguito delle numerose richieste di dispositivi in comodato d’uso pervenute alla scuola per la Dad – fa sapere il Comitato dei genitori - la dotazione di devices disponibile, pur importante come quantità, non è comunque sufficiente a coprire il fabbisogno segnalato. Se qualcuno ha a disposizione devices di cui non prevede l’utilizzo, anche datati purché funzionanti ed utilizzabili per la Dad, ed è disponibile ad una donazione alla scuola, contatti quanto prima la segreteria».
Anche a Limena la didattica a distanza  presenta lo stesso problema: la difficoltà di reperire un supporto tecnologico per le esigente dei figli impegnati nelle lezioni online. Il Comune, come già fatto l’anno scorso con il lockdown, è pronto ad acquistare un'ulteriore fornitura di tablet, una quindicina, da dare in comodato d’uso alle famiglie. «Sono circa 900 i nostri studenti dai 6 ai 18 anni interessati dalla didattica a distanza - spiega il sindaco Stefano Tonazzo – e numerose sono le richieste arrivate all’ufficio Istruzione e l’Istituto Comprensivo di Limena, per questo ho fatto predisporre agli uffici una variazione di bilancio urgente per reperire i fondi per una ulteriore fornitura di tablet». Una quindicina che si sommano quelli già forniti permettendo di aiutare una trentina di famiglie.
Iris Rocca
(Hanno collaborato Lorena Levorato, Barbara Turetta)

Ultimo aggiornamento: 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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