Il prete denuncia: «Derubato dal volontario», ma il presunto colpevole respinge le accuse

Giovedì 6 Agosto 2020 di Cesare Arcolini
Don Francesco Resini
TERRASSA PADOVANA - Avrebbe approfittato della buona fede del rettore del santuario Beata Vergine della Misericordia di Terrassa Padovana per prosciugargli il conto corrente. Ma il presunto colpevole smentisce le accuse e si difende. Lo scorso 28 luglio don Francesco Resini si è recato ad uno sportello bancomat per fare un prelievo ma senza riuscirvi. A quel punto ha chiamato la sua filiale: in meno di due mesi i suoi risparmi erano praticamente spariti a seguito di innumerevoli prelievi e bonifici. Immediata la denuncia del sacerdote ai carabinieri della stazione di Bovolenta che hanno denunciato per indebito utilizzo di carta di pagamento e furto L.B., di 41 anni, residente ad Abano Terme, già noto alle forze dell’ordine.
LA VICENDA
«Ad inizio giugno - racconta il rettore don Francesco - si è presentato al santuario un uomo dicendomi che voleva fare del volontariato, che voleva rendersi utile per il nostro santuario. Mi ha anche detto di essere un collaboratore dell’Opera della Provvidenza Sant’Antonio. Insomma, sembrava una persona a posto che ho accolto con la massima stima e fiducia. Mi sono fidato e ci ho rimesso un sacco di soldi». Secondo la denuncia depositata in caserma, il presunto colpevole avrebbe spillato dal conto del sacerdote 12.900 euro, soldi fatti sparire a cavallo tra il primo giugno e il 28 luglio con prelievi e bonifici quasi giornalieri. «Quando sono venuto in possesso del tabulato del mio conto corrente - prosegue il rettore - ho trovato strisciate da 500 e mille euro a ciclo continuo, quasi ogni giorno. Quello che più mi fa star male è che tenevo il bancomat nel mio alloggio, questo significa che mentre officiavo messa questo signore avrebbe violato la mia camera da letto. Dopo aver fatto i suoi comodi con la mia carta di credito la rimetteva al suo posto nella mia camera per non destare sospetti». Il quarantunenne ha effettuato alcuni lavori al santuario. «Si è occupato di sistemare alcuni marmi, di dare del colore nei punti in cui la struttura era danneggiata e aveva anche cominciato a posizionare delle telecamere a circuito chiuso a protezione del santuario. Mi aveva detto che voleva farlo per volontariato, ma i lavori erano solo una scusa per portarmi via i soldi in maniera lucida e scientifica».
LA REPLICA
Ma il presunto colpevole non ne vuole sapere e annuncia che già oggi andrà in caserma a Bovolenta per denunciare il sacerdote. «Non ho rubato nulla - afferma - I lavori che ho fatto erano concordati e i soldi me li ha dati il prete personalmente. Ho gli scontrini di un negozio di colori di Conselve e di una ferramenta di Casalserugo. Ho testimoni di un bar di Terrassa che tutti i giorni ci vedevano arrivare insieme e consumare la colazione. Sono pronto però a restituire 2.950 euro per lavori non completati, visto che mi sono allontanato dal santuario dopo che il sacerdote e i suoi collaboratori mi hanno trattato male per i miei precedenti legati alle truffe. Stavo terminando il lavoro di installazione delle telecamere, ci sono restato male perchè ho chiuso con il passato. Sono pronto a restituire i soldi dei lavori non finiti».
 
Ultimo aggiornamento: 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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