Marcato, record di voti (11.660): «Noi, modello vincente anche per il Paese»

Mercoledì 23 Settembre 2020 di Nicoletta Cozza
Roberto Marcato
PADOVA - Ha brindato alle 5 di mattina con una bottiglia di Prosecco, condivisa con i collaboratori. Ha aspettato la fine dello spoglio, quindi, per assaporare fino in fondo la doppia vittoria, cioè il trionfo straripante del suo governatore, e il successo personale con 11.660 preferenze, il 40% in più rispetto alla tornata precedente. E quando ha alzato il calice ammette di non aver avuto dubbi nell'individuare a chi dedicare gli exploit senza precedenti: «Al me paròn, che xe el popolo veneto». Roberto Marcato, assessore uscente alle Attività Produttive, e probabilmente anche entrante con la medesima delega, candidato nella Lista della Lega, già dai sondaggi aveva avuto un'idea sul responso delle urne, ma neppure lui immaginava un epilogo con percentuali bulgare. 
Marcato, un risultato che va oltre ogni aspettativa.
«Sì, ed è frutto di passione e gioco di squadra. E per me ha un valore doppio, in quanto sono stato il più votato anche se ero partito in svantaggio perché inserito nella Lista della Lega, e non in quella di Zaia».
E infatti quest'ultima ha surclassato quella con il nome di Salvini. 
«No, non è così, perché tra le due c'è un rapporto strettissimo. Entrambe sono composte da militanti della Lega con identico Dna. È come avere due cassette di mele e affermare che una è di frutta e l'altra di mele. Sono la stessa cosa, come noi. Sapevamo che la Lista Zaia avrebbe fatto incetta di voti. Lui è un leghista e il suo eccezionale risultato non fa che portare ulteriore lustro alla Lega».
Anche se il commissario Fontana aveva dato indicazioni affinché gli amministratori uscenti corressero con il simbolo del Carroccio.
«Il marchio che dà luce resta quello della Lega. E trovo inaccettabile che qualcuno abbia espresso la richiesta di candidarsi nell'altra, solo perché con Zaia avrebbe avuto più chanches e ritenendo quasi vergognoso andare con la Lega. Per me, invece, al di là del risultato personale, conta che oggi siamo il primo partito in Italia e nel Veneto. E Salvini ha dato tutto se stesso per l'obiettivo, lottando come un leone».
A proposito di Salvini, oggi Zaia per lui è un alter ego?
«No, perchè Luca, di cui sono amico, non ha mai avuto velleità di diventare responsabile del partito. Lui fa, e in modo straordinario come dimostrano i consensi, il presidente del Veneto, mentre Matteo è il nostro segretario. Se poi pensiamo a una prospettiva politica nazionale, è evidente che Zaia può avere un ruolo importante».
Quindi potrebbe diventare premier nel caso la Lega andasse al governo.
«Zaia ha preso un impegno con gli elettori che è quello di ottenere l'autonomia per il Veneto. E per raggiungerlo i tempi non saranno brevissimi, in quanto servono cambiamenti e una lotta durissima. Poi ricordo che nel nostro simbolo è scritto Lega per Salvini premier ed è proprio questo il traguardo da raggiungere».
Qual è il segreto di Zaia?
«Innanzitutto ha coraggio nel fare le scelte e quindi chi lo vota sa in che mani si mette. Poi, decide solo sulla base dei bisogni del territorio, indipendentemente dal fatto che il Comune destinatario sia di destra, o di sinistra. Luca è una persona perbene e a lù i veneti che daria anca el tacuin, perchè si fidano e si affidano».
Da fuori come si legge quanto sta accadendo nella nostra regione?
«Per chi non è veneto è difficile capire che un governatore possa avere un successo di tali proporzioni, ma anche comprendere com'è la nostra straordinaria terra, piena di storia, di cultura e di voglia di fare. Quando gli avversari dicono Zaia ha vinto perchè un grande comunicatore, mi viene da ridere, in quanto sembra che i veneti si facciano incantare dal pifferraio magico, senza tenere conto che se hanno votato lui, facendo tracollare il Pd ed eliminando i grillini, è invece perché interpreta le esigenze della sua gente. Durante la quarantena gli imprenditori non mi chiedevano contributi, o redditi di cittadinanza, ma di riaprire le fabbriche e di tornare a lavorare. Noi siamo così, purtroppo in un Paese anomalo».
In che senso?
«Non c'è relazione tra il popolo e i 5stelle che sono al governo, ma non rappresentano nessuno, assieme al Pd che ha incassato il peggior risultato della storia. In un momento in cui imperversa l'emergenza Covid, serve una guida granitica per l'Italia, che riverberi consensi reali».
La valanga-Zaia avrà ripercussioni sulle politiche?
«Sì, perché quello di Luca è un modello vincente di governo che, per il bene dell'Italia, andrebbe esteso all'intero Paese».
Nicoletta Cozza 
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Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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