Padova. Rissa tra famiglie rivali al funerale del capo rom. Uno dei parenti entra con l'auto in cimitero per investire un rivale

Si temeva la presenza di armi per cui in aiuto della polizia locale sono arrivati agenti della Questura e carabinieri con i giubbotti antiproiettile

Sabato 14 Gennaio 2023 di Serena De Salvador
Rissa al funerale del capo rom

PADOVA - Il tributo di folla per l'ultimo saluto a Jupo Halilovic, il 64enne nomade di etnia rom riferimento del campo di via Ferrero a Pontevigodarzere, si è trasformato ieri in una maxi rissa tra le mura del Cimitero Maggiore. Oltre trecento sono i membri delle diverse famiglie che, da varie province venete, si sono radunati prima delle 8 all'obitorio dove è stato officiato il primo dei due riti funebri islamici. Poi la salma è stata trasportata in un lungo tour che ha toccato alcuni locali frequentati dall'Halilovic in città, passando successivamente per il campo di via Ferrero e facendo infine tappa al cimitero di via Chiesanuova, dove la tensione è esplosa. Insulti per questioni di debiti, pugni, spinte. Nel parapiglia uno dei parenti del defunto è entrato con l'auto nel camposanto e ha tentato di investire un rivale. Il finestrino di un'auto è andato in frantumi. La tensione era così alta che, oltre alla polizia locale che stava monitorando la situazione, sono accorsi polizia di Stato e carabinieri con i giubbotti antiproiettile, poiché si temeva la presenza di armi. Presenza invece scongiurata, insieme al rischio che nella rissa potessero restare coinvolte anche altre persone presenti in cimitero.

Nella tarda mattinata la zona è stata completamente sgomberata e al momento non sono stati formalizzati arresti né denunce.

I camper di fronte all'ospedale

Il caos è scoppiato durante il funerale con rito islamico di Jupo Halilovic, classe 1958, di fatto il capo della famiglia di origine bosniaca e di etnia rom che vive nel campo di via Ferrero, incuneato a ridosso dell'autostrada A4 in località Pontevigodarzere, all'estremo nord del comune di Padova. Il 64enne è morto domenica scorsa a causa di un ictus all'ospedale civile del capoluogo, dove era ricoverato da alcuni giorni. Giorni durante i quali la sua grande famiglia si era già fatta notare. Decine di camper e auto hanno infatti sostato notte e giorno lungo via Giustiniani, fuori dall'ingresso dell'ospedale, occupando parte della sede stradale e contribuendo a ingorgare il già caotico traffico della zona. Con la morte del capostipite, i mezzi si sono poi spostati davanti all'obitorio nella vicina via Cornaro. Fino a ieri mattina, quando il feretro è partito per il suo ultimo viaggio.

Insulti e pugni al cimitero

All'obitorio è stata chiusa la bara, colma di omaggi, ed è stata recitata dall'imam la funzione. Poi, con un corteo di mezzi e un centinaio di parenti, il feretro ha fatto tappa al bar Centrale all'Arcella, di cui Halilovic era assiduo frequentatore, e successivamente è stato portato nel campo di via Ferrero, per poi partire alla volta del Maggiore. Fino a quel punto non vi sono stati problemi, ma all'arrivo il clima è cambiato. Ai parenti già presenti si sono infatti aggregate altre duecento persone. Tra loro anche i membri di una famiglia rom di Montebelluna (Treviso). Complici anche i postumi di cinque giorni di festeggiamenti in onore del capofamiglia, è bastato che i parenti di Jupo Halilovic vedessero alcuni dei trevigiani perché riemergessero vecchie ruggini. Legate a soldi e debiti, a quanto si è appurato finora. Alcuni uomini si sono prima insultati e poi picchiati. Uno è anche entrato in cimitero con l'auto per cercare di investire un rivale. Il tutto davanti ai volti attoniti degli addetti dell'impresa funebre e del camposanto. L'intervento in massa delle forze dell'ordine ha permesso di separarli e disperderli mentre veniva ultimata la tumulazione. «Una donna si gettava terra dicendo di sentirsi male, tutti erano agitatissimi. Volavano pugni, schiaffi, grida disumane - hanno raccontato alcuni testimoni - Noi siamo corsi a ripararci: avevamo paura che tirassero fuori delle armi, che la situazione degenerasse ancor di più. È stato spaventoso».

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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