Profughi ucraini in arrivo a Teolo, 30 residenti dicono no. Scuola e politica: «Grave mancanza di coscienza civica»

La dirigente dell'istituto comprensivo, Martin: «Compito della scuola è insegnare valori comuni come la solidarietà»

Domenica 21 Agosto 2022 di Lucio Piva
La scuola di Teolo

TEOLO - Alla fine a decidere sarà la Curia di Padova. Spetterà infatti all'Ente religioso acconsentire l'accoglienza di una ventina di cittadini ucraini, in gran parte donne e bambini scampati dalla guerra, nei locali della canonica e dell'ex asilo della frazione collinare. Facendo così in modo che la colonia di una quindicina di altri rifugiati, composti da mamme e minori in età scolare, accolti già da qualche mese nella casa religiosa a villa Mater Graziae, possa arricchirsi di nuovi connazionali. Ma qualunque sarà la decisione del Clero padovano, Teolo si proclama solidale nel fornire aiuto ai nuovi arrivati. Superando cosi senza se e senza ma le perplessità di una trentina di residenti, che di fronte alla sollecitazione del parroco, don Luigi Goldin, ad esprimere il proprio orientamento a poter dare aiuto a nuovi profughi, avevano ribadito riserve e timori con tanto di firme in calce ad una petizione.

Oltre ad un incondizionato si alle ragioni di un aiuto solidale espresse unanimemente ieri mattina dal consiglio comunale, anche la Direzione scolastica ha espresso la volontà di integrare i bambini ucraini nei servizi educativi e didattici del territorio.

«Grave mancanza di coscienza civica»

Più che esplicito è stato in tal senso il documento sottoscritto dalla Dirigente dell'Istituto scolastico, Chiara Martin. «Il compito della scuola - riporta la sua lettera aperta - è educare il cittadino affinché valori quali la solidarietà, l'inclusione, l'accoglienza, il rispetto, la generosità diventino contagiosi e costrutti morali in grado di guidare il pensiero e l'agire quotidiano. Prima come persona e poi come dirigente scolastica, non posso che prendere le distanze da posizioni che mettono in luce la grave mancanza di coscienza civica, sociale e anche cristiana di questi cittadini: padri, madri, nonni, nonne di alunni e alunne delle nostre scuole dove, con grande passione, impegno, pazienza, i docenti si occupano di educazione e formazione per mezzo dell'istruzione». Le riserve all'accoglienza, espresse da una parte dei residenti della piccola frazione, non erano mosse da ragioni ideologiche. Ma tal timore di poter integrare agevolmente, all'interno di una comunità cosi piccola, un numero così elevato di persone. «Sono persone che vanno seguite - ha spiegato ad un'emittente tv Sabrina Lorenzon, la tabaccaia di Teolo che ha dato vita alla contestata petizione - ed il loro inserimento in un contesto già contrassegnato dalla presenza di altri connazionali potrebbe non essere la soluzione ideale per accoglierli ed aiutarli».

La chiusura

La posizione di chiusura espressa dai trenta teolesi firmatari del documento è in netta minoranza rispetto al sentire popolare e agli stessi orientamenti politici. «Probabilmente - ha spiegato il sindaco Valentino Turetta - pesa su alcune persone la scarsa riconoscenza manifestata tempo fa da alcuni cittadini africani accolti nelle stesse strutture. Ma Teolo è e rimane un paese che, fuori da ogni stumentalizzazione, sposa integralmente le ragioni dell'accoglienza, a maggior ragione nei confronti dei bambini che hanno bisogno delle nostre strutture sanitarie. E, fra poco, anche di quelle educative e scolastiche».

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