PADOVA - L'accusa era pesante: avere pestato un clochard all'ospedale Civile. Ma le due guardie giurate sono state assolte per non avere commesso il fatto. Sono Andrea Bartelucci, 45 anni di Montegrotto e dipendente dei "Rangers", e Michele Bortolato, 49 anni di Campodarsego in servizio all'istituto di vigilanza "Axitea".
I fatti
I fatti risalgono alla notte tra il 31 gennaio e l'uno febbraio di tre anni fa quando un senzatetto, un croato di 48 anni, che aveva l'abitudine di bivaccare nottetempo nei locali dell'azienda ospedaliera cittadina, già noto alle forze dell'ordine, si sarebbe recato al pronto soccorso per chiedere l'allargamento di un gesso che portava da qualche giorno all'avambraccio destro. I medici gli avevano detto di attendere. A quel punto il 48enne era risalito nell'atrio principale dell'ospedale e aveva deciso di riposarsi sulle panchine davanti agli sportelli del Cup. Più tardi era stato risvegliato di soprassalto da un colpo fortissimo al braccio, probabilmente causato da un calcio, tanto da finire a terra. Davanti ai suoi, in quel momento concitato, avrebbe visto le due guardie giurate, un kosovaro e un tunisino con svariati precedenti per spaccio. L'indomani la segnalazione delle percosse era arrivata sul tavolo del pubblico ministero Silvia Golin e sono scattate le indagini da parte della Squadra mobile. Il clochard, colpito in passato dal Daspo urbano, con l'ordine di allontanamento dalla stazione ferroviaria, aveva formalizzato la denuncia, senza peraltro poter indicare con precisione chi gli avesse provocato la frattura all'omero.
L'assoluzione
«Un caso di giustizia positiva - commenta l'avvocato Giulia Valveri che ha assistito i ranger insieme al padre Massimiliano - Le due guardie giurate scoprirono dai giornali di essere state denunciate per aver procurato al soggetto una frattura alla spalla sinistra nella notte tra il 31 gennaio e l'1 febbraio 2020. Da lì un calvario giudiziario, alimentato dalla costituzione di parte civile del senzatetto che ha svolto domanda risarcitoria nel processo penale. Nonostante le loro difese incentrate sui turni di lavoro incompatibili con gli orari nei quali il denunciato affermava di essere stato picchiato, l'assenza di una ragione della presunta aggressione, e anche l'inattendibilità delle dichiarazioni più volte contraddittorie dell'uomo, le due guardie sono state rinviate a giudizio avanti al giudice monocratico.