Fratelli trovati morti. Quella scritta con il sangue nella villa dell'orrore

Giovedì 7 Marzo 2019 di Marco Aldighieri
Fratelli trovati morti. Quella scritta con il sangue nella villa dell'orrore
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PADOVA - Su una parete di una stanza della villetta di via Faggin all’Arcella, c’è una scritta con il sangue. L’autore è uno dei fratelli Rigon, che con un dito imbrattato di sostanza ematica ha forse siglato sul muro il nome del suo assassino.
 

 

La scena del crimine appare sempre di più come una sequenza di un film dell’orrore. Tra gli inquirenti la tesi più accreditata è una faida familiare sfociata in una tragedia. Piermatteo 49 anni e Donatella 52 durante una violenta colluttazione si sono feriti a morte. Ma la reale dinamica di quanto è accaduto in quella bifamiliare, non curata e dal giardino incolto, si saprà solo dopo l’esito dell’autopsia sui due corpi fissata per questa mattina alle 11. 
 
LA SCRITTA
Quando la polizia e il sostituto procuratore Roberto Piccione titolare delle indagini, lunedì dopo le 16, sono entrati nella villetta di via Faggin si sono trovati davanti a un mare di sangue. In ogni stanza dell’abitazione c’era sostanza ematica sia a terra e sia sui muri. Poi in una parete la scritta vergata con il sangue. L’autore, uno dei fratelli Rigon, ha utilizzato l’indice della mano destra sporco di sangue per siglare sul muro il nome del suo assassino. Questa è la pista più battuta dagli inquirenti. Gli uomini della Scientifica in queste ore stanno decifrando la scritta. Un compito non semplice perchè l’autore mentre scriveva in caratteri corsivi tremava e poi il sangue è colato lungo la parete. “Era” al momento è l’unico pezzetto della frase che è stato decifrato. I due cadaveri sono stati trovati in un corridoio dell’abitazione, non lontano dalla scritta. Donatella, una maschera di sangue, era seduta e appoggiata alla parete con la testa reclinata da un lato. Il fratello era prono, disteso sul ventre, con la faccia affondata su un cuscino.
LE INDAGINI
Da quanto ricostruito dagli inquirenti i fratelli Rigon durante una violenta colluttazione, accaduta lo scorso fine settimana, si sono feriti a morte colpendosi con un coltello da cucina e una forchetta.
Si sono inseguiti per le stanze della villetta, affondando senza pietà le posate trasformate in armi letali nella carne e nei tessuti. Uno scempio. Ma a fare luce sul caso sarà l’autopsia sui due corpi, che sarà effettuata questa mattina dal medico legale Barbara Buonvicini. Solo l’esame sui cadaveri aiuterà gli investigatori a capire la causa del decesso e chi dei due ha scritto con il sangue sulla parete. Ma il pubblico ministero ha chiesto l’intervento anche della professoressa Luciana Caenazzo dell’Università di Padova (già salita alla ribalta delle cronache per avere trattato l’omicidio di Isabella Noventa) per analizzare tutti i campioni biologici repertati nella villetta e scoprirne il Dna. C’è poi la polizia Scientifica che dovrà studiare la tanta polvere topicida e la tanica di benzina trovati nella bifamiliare di via Faggin. In Procura è stato aperto un fascicolo contro ignoti, anche se è già stato escluso il coinvolgimento di terze persone. Gli inquirenti vogliono arrivare al movente della faida familiare. In queste ore sono stati sentiti diversi vicini di casa dei due fratelli Rigon, i loro amici e i loro parenti. La villetta rimane sotto sequestro, così come i loro computer e i telefoni cellulari. L’unica cosa certa è che l’astio tra Piermatteo e Donatella è aumentato dopo la morte della madre avvenuta lo scorso dicembre. 

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