La fotografa e il disoccupato con la passione dei presepi

Martedì 5 Marzo 2019 di Gabriele Pipia
La fotografa e il disoccupato con la passione dei presepi

PADOVA - Lei cinquant'anni, lui quarantanove. Lei fotografa, lui disoccupato con due grandi passioni: i presepi e il giardinaggio. In quella strada a due passi dalla chiesa della Santissima Trinità, nel cuore del quartiere padovano dell'Arcella, tutti conoscevano Donatella e Piermatteo Rigon.

Fratello e sorella trovati morti insieme. Tragedia nella villa, sangue ovunque. Lui accoltella lei, poi si ammazza


«Due persone riservate» raccontano i vicini di casa, mentre fissano gli uomini della Scientifica entrare e uscire continuamente da quella villetta. Sono le otto di sera e la pioggia si fa sempre più battente, ma in via Faggin sono tutti lì. Chi affacciato alle finestre, chi sul marciapiede. «Lui era un tipo molto strano - mormora un uomo che li conosceva bene -. Della sua vita privata parlava pochissimo e non capivi mai quello che pensava». Già, cosa pensava Piermatteo quando è scoppiata la lite sfociata nel sangue? Mistero. 
 
«Donatella era sempre sorridente, una persona davvero graziosa. Come si può litigare con lei?». A chiederselo, sconvolta, è la signora Giovanna. Abita nella villetta accanto, conosceva fratello e sorella fin da quando erano bambini. «Vivevano assieme e fino a poco tempo fa capitava spesso di vederli assieme camminare mentre accompagnavano l'anziana mamma in carrozzina, morta da pochi mesi. Sembravano uniti. Cosa può essere scattato nella loro testa?». 

LIBERA PROFESSIONISTA
Donatella Rigon era una fotografa di lungo corso. Iniziò ai tempi dell'università per diletto, poi trasformò la passione in un vero mestiere. Dagli eventi targati Confesercenti alla cronaca, collaborando per un'agenzia che faceva servizi anche per il Gazzettino. Donatella si era fatta un nome nell'ambiente ed era considerata una stimata professionista. Si pensi ad esempio agli eventi Moda al chiar di luna di Abano e Padova: in prima fila, sorriso in faccia e macchina fotografica in mano, c'era lei. Dalla moda alle serate enogastronomiche, dalle mostre rinascimentali all'arte sacra: lei c'era sempre e andava orgogliosa della sua professione. Era stata anche presidente della Consulta femminile del Comune di Padova, ai tempi dell'amministrazione Zanonato. 

SENZA LAVORO
Senza dubbio più problematica la vita di Piermatteo. L'amico d'infanzia Andrea Rossi lo ricorda mentre da bambino «cantava in chiesa con una voce meravigliosa», ma negli ultimi anni era senza lavoro e aveva avuto problemi di dipendenze. Si rifugiava in un bar cinese poco distante da casa e con il bicchiere in mano cercava di scacciare i cattivi pensieri. Disoccupato, qualche lavoretto di giardinaggio ogni tanto, nel 2015 aveva trovato soddisfazione nel realizzare un grande presepe proprio assieme alla sorella. Portarono avanti la tradizione di famiglia, avviata con la mamma Concetta, abbellendo il cortile della villetta e catturando l'attenzione dei vicini. Gli stessi vicini che ora guardano i lampeggianti delle Volanti scuotendo la testa. 

«Erano molto attaccati alla madre - racconta ancora Giovanna, 84 anni -.

Probabilmente dopo la morte della signora Concetta qualcosa si era rotto anche nel rapporto famigliare. Di lei ricordo il sorriso e l'orgoglio nel raccontare di essere una fotografa. Ricordo ancora che un giorno, tanti anni fa, ritagliai un articolo di giornale dove c'era una sua fotografia e glielo misi nella cassetta della posta. Era una donna realizzata e felice. Lui invece era schivo, più difficile da interpretare. Quando ci parlavi e gli chiedevi qualcosa sulla sua vita, ti rispondeva sempre con mezze parole. Non era mai chiaro al cento per cento». Ora a fare chiarezza nella sua vita privata stanno provando gli uomini della Squadra Mobile. 

Ultimo aggiornamento: 09:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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