Dopo due anni il concorso pubblico per 47 psicologi nel Veneto: si presentano oltre duemila candidati

Mercoledì 1 Novembre 2023 di Marco Miazzo
In coda per il concorso per psigologi

PADOVA - Il Tar del Veneto aveva deciso che era tutto da rifare, così ieri mattina si è svolto il concorso pubblico per 47 psicologici indetto da Azienda Zero. Sono 2.140 i candidati che si sono presentati alla Kioene Arena per sostenere il test a crocette, di fatto una preselezione prima della prova vera e propria prova: la stesura di un piano di lavoro su un caso clinico. Si chiude così una vicenda che va avanti da più di due anni, con prove cambiate rispetto a come erano previste da bando e un tentativo di sistemare in corsa dopo una prima bocciatura del Tar. Il tutto inizia a dicembre 2021 quando Azienda Zero apre il bando per 47 dirigenti psicologi nelle Ulss venete. Rispondono in 2.140 e visto il grande numero di partecipanti la commissione ottiene una semplificazione per la prima prova, non più il piano di lavoro ma un test di 30 risposte multiple. Il primo test va in scena a giugno 2022, ma chi non lo supera presenta ricorso, lamentando che le modalità della prova non erano quelle messe a bando. A luglio il Tar accoglie il ricorso e Azienda Zero propone di rifare il test solo per chi non l’aveva passato a giugno, ma un ulteriore ricorso viene presentato visto che chi ha passato il test avrebbe beneficiato di una prova diversa da quella prevista. Anche questo ricorso viene accettato e a settembre 2023 Azienda Zero è obbligata a rifare da capo il concorso entro 60 giorni. 
 

LE VOCI
Così si arriva alla prova di ieri mattina, ma tra i 2 mila candidati che aspettano l’inizio della prova il clima non è teso. «Una cosa del genere è inaccettabile - denunciano Francesco, Patrizia e Rossella, già dipendenti dell’Ulss 1 Dolomiti -. Hanno fatto bene a far ricorso, non si possono cambiare le carte in tavola solo perché siamo in 2 mila candidati. Però bisogna fare un’ulteriore riflessione: noi siamo già dipendenti a tempo determinato e dobbiamo fare questo test con chi esce da una specialistica solo per potere accedere al tempo indeterminato. E’ una vergogna». 
Tanti candidati si sono presentati per sperare in un colpo di fortuna, ma a farla da padrone è il cinismo. «Ho vissuto tutta quest’esperienza con molta disillusione, già la prima volta sapevo che non avrei passato la prova oggi men che meno – afferma Francesco, libero professionista -. Io sono medico e visto il numero di professionisti che partecipano per chi non viene da psicologia è difficile. Il problema è interno, più che lamentarsi per questi concorsi bisognerebbe rivedere tutto il sistema perché è l’imbuto formativo il punto. I candidati sono legittimamente infastiditi perché un concorso non può durare due anni, ma solo risolvendo il problema a monte, sul divario tra chi si laurea e chi trova sbocco lavorativo, si può evitare a tutti queste situazioni spiacevoli».


La mail che avvisava che il test si sarebbe ripetuto il 31 ottobre è arrivata a stretto giro, molti raccontano di non essere riusciti a prepararsi come avrebbero voluto. «Ho ricevuto la mail il 17 ottobre, tra l’altro sono pure diventata madre un mese fa; quindi, non ho potuto prepararmi a dovere – spiega Enrica Bucci -. Sono venuta a provare il test perché a questo punto non ho nulla da perdere. Non mi sento neppure tesa, so di aver fatto il possibile ma con un preavviso così scarso è difficile prepararsi bene. Che un concorso pubblico sia organizzato così è veramente inaccettabile». La prova si è svolta senza intoppi, una volta preso posto i candidati hanno avuto mezz’ora per rispondere a 30 domande a risposta multipla, per chi passa ci sarà la seconda prova scritta: realizzare un piano di lavoro per un caso clinico. Solo dopo questo ultimo passaggio le Ulss venete potranno avere i loro psicologi. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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